Lo chalet del mistero

Il 6 agosto 1945, alle ore 8.15, un uomo sedeva sui gradini della banca Sumitomo di Hiroshima. Forse attendeva che l'istituto di credito aprisse.
Proprio in quel momento, il B29 "Enola Gay" al comando del colonnello Paul W. Tibbets sganciò la bomba atomica sul cielo della città. La bomba esplose a poche centinaia di metri dal suolo, ad una distanza di appena 250 m dal punto in cui quell'uomo sedeva. Questa immagine mostra tutto ciò che di quell'uomo rimase:

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Nello stesso momento, un'anziana signora camminava incerta appoggiandosi al proprio bastone. Forse voleva godersi una passeggiata mattutina rilassante. Ecco ciò che rimase a sua memoria:

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Sempre in quei tragici attimi, una bambina giocava sulla strada, godendosi il tepore del sole mattutino. Questo è il ricordo di lei consegnato alla storia:

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Una bicicletta fu abbandonata al suolo per qualche momento. Il suo proprietario, forse, aveva visto un amico da lontano e si era messo a corrergli incontro per salutarlo ed abbracciarlo. Ecco ciò che rimase di quella bicicletta:

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Un uomo stava accanto al muro della propria abitazione. Forse doveva riparare il tetto, e aveva già preparato la scala per salirvi. L'esplosione, il pikadon (in giapponese: lampo + tuono), ci ha tramandato questo ritratto della sua alacrità:

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Ciao Sol999, benvenuto/a nel forum!

Benvenuto/a anche da parte mia, Sol!
Hai proprio ragione...Esiste un limite oltre il quale solo il silenzio costituisce una risposta adeguata!

Ciao Sol999,

è con molto piacere che ti do il benvenuto/a in questo forum!

Max

Ciao Sol, piacere di conoscerti. Io sono Sergio e ti do anche io il benvenuto/a nel forum dove ti sentirai come a casa. Roberto, questo post mi era sfuggito...davvero impressionante!

Durante uno dei miei raid in libreria, qualche tempo fa, ho trovato il diario di Michihiko Hachiya, scritto fra il 6 agosto 1945 (il giorno dello sgancio della bomba su Hiroshima) ed il 30 settembre successivo. Egli era un medico che lavorava nell'ospedale riservato ai dipendenti del Ministero delle Comunicazioni per la zona di Hiroshima e che ebbe la fortuna di sopravvivere alla tragedia insieme alla propria famiglia. Il diario è corredato di una recensione a firma, nientemeno, del noto scrittore e saggista Elias Canetti, e costituisce una preziosa testimonianza di prima mano di ciò che accadde in quei drammatici giorni. Il medico racconta con dovizia di particolari come si svolse il lavoro suo e del suo staff nel prestare assistenza ai feriti, in condizioni spesso molto difficili. Si racconta di cadaveri mezzo disciolti dal calore tremendo sprigionato dall'esplosione, di individui senza più un volto eppure ancora vivi e coscienti, di centinaia di corpi bruciati su grandi roghi per scongiurare il pericolo di infezioni. Canetti afferma che "mai come in questo diario ho imparato a conoscere i Giapponesi, per quanto abbia letto, già prima, su di loro", e prosegue dicendo che "in esso non c'è una riga falsa e nessuna vanità che non si fondi sul pudore".
Anch'io l'ho letto, e posso confermare quanto questo corrisponda a verità.

Ciao Roberto,

è stata una pagina davvero terribile e drammatica per l'intera umanità! Non posso neanche immaginare quello che i sopravvissuti, come Michihiko Hachiya, possono aver provato! Il diario rende bene, ma l'orrore rimarrà come un'impronta nel loro cuore! Almeno in quelli che ancora sono vivi!

Max

Roby, a me impressiona molto l'mmagine della bambina! Quanta innocenza spazzata via dai deliri degli esseri umani!

Ciao Sunshine,

hai davvero ragione, i bambini dovrebbero avere un posto sopra a tutto nel mondo!!

Max