Lo spirito è eterno… la morte non esiste

[Uranium]

Sai alla mia età ci si pensa spesso alla morte

Un pensierino alla morte al giorno credo andrebbe rivolto fin dalla giovinezza. Non per amareggiarsi la vita, certo, ma per ricordare a noi stessi cosa siamo e perchè siamo qui. Nonostante non sia il tuo compleanno, Marisa, io approfitto di questo post per augurarti una vita che sia ancora lunghissima e tanto, tanto felice... Per la serie: il Paradiso può attendere!

[Massimiliano]

Ciao a tutti,

alle bellissime parole di Roberto, volevo aggiungere quanto dice Steiner nel libro che sto leggendo. Appunto dice che è importante pensare alla vita dopo la morte già da giovani, in quanto aiuta ad orientarsi quando avverrà il trapasso dal mondo sensibile a quello soprasensibile. Che poi, mi sembra di capire, anche nel bellissimo articolo di Sunshine è descritta questa cosa.

Max

[Sunshine]

Dolcissimi, Roby, Marisa e Max, io vorrei aggiungere che stiamo solo parlando di età corporea, in quanto lo spirito non invecchia mai! Ed il fatto di porsi tante domande, dolce Marisa, significa che il tuo spirito, non solo è giovane, ma è anche sveglio e vigile!!

[Marisa]

Vi ringrazio tutti per le belle parole e pensieri che mi avete scritto. E' davvero bello far parte di questo forum e sono contenta di essermi integrata con voi. Merito vostro che siete così carini ed educati

[Sunshine]

Marisa, ma sei proprio un angioletto!!

[Sergio]

Ciao a tutti, a volte mi chiedo come facciano talune persone a pensare che non esista nulla e che dopo la morte si diventi solo cibo per i vermi, per intenderci! Il brutto è che neanche gli interessa di interrogarsi su certi argomenti, come se chi ci crede sia allucinato! A me fanno molta tenerezza queste persone! Era una mia riflessione. Vedete io tante cose ancora non le conosco, ma voi mi state aiutando a scoprire verità che dovrebbero essere pane per tutti! Sergio

[Massimiliano]

Ciao Sergio,

ti ringrazio molto e vorrei dirti che anche io mi sono posto molte volte la tua stessa domanda. Sopratutto al lavoro tante volte mi sono trovato a parlare di Gesù e sono stato subito stoppato. Evidentemente non possiamo spiegarci il loro atteggiamento, perchè appunto non abbiamo una mentalità materialista, ma siamo orientati verso la spiritualità!

Max

[Sergio]

Ciao Max hai ragione e condivido in pieno quanto hai detto! Sergio

[Sunshine]

Sergio, la tua è una giusta riflessione ma il problema risiede nella cultura della società occidentale che ormai è diventata, come dice giustamente Max, materialista, opportunista e consumista. Tanti discorsi non sono neanche più contemplati perchè spesso vengono ridicolizzati dai media! Però l'importante è non uniformarsi al pensiero di massa e quindi il tuo spirito ti sta spingendo verso la giusta via...visto che ti fai queste domande!

[Uranium]

Questo è davvero un bel tema da affrontare, anzi: è IL tema per eccellenza!
Credo che questa diffusa idiosincrasia verso la spiritualità e la fede siano il frutto di diversi fattori: per giungere ad un sereno dibattito su questo argomento sono necessari, innanzitutto, disponibilità al dialogo, apertura mentale, umiltà, predisposizione al confronto...Bisogna essere convinti che anche dagli altri, e non solo da noi stessi e dal nostro ego, possano talvolta giungere spunti degni di essere presi in considerazione, ed inoltre ci vuole la convinzione che ancora tanto, per ognuno di noi e a prescindere dall'età, ci sia sempre da imparare, su tutto e su tutti. Viviamo, infine, in un mondo che richiede sempre risposte rapide e precise su una quantità di cose, e questo, mentalmente, non ci favorisce certo nella ricerca (sempre ammettendo di volercisi impegnare) di qualcosa che sovente si può trovare solo con tanta pazienza. Se a tutto ciò uniamo la debolezza (peraltro umana) che ci porta spesso ad abbatterci di fronte ai primi insuccessi e l'incapacità di certi ministri di Dio di illustrarci le cose della fede in modo quantomeno accettabile, allora...Il quadretto è drammaticamente completo. Ultimamente, tanto per fare un banale esempio, mi è capitato di...scornarmi sul tema dell'omeopatia: mi veniva detto e ripetuto non senza una certa arroganza che l'omeopatia è soltanto sinonimo di effetto placebo, è tutta un'illusione e non ha niente di scientifico; a nulla è valso cercare di spiegare quanto una posizione simile sia certo un po' draconiana e ottusa, dal momento che una quantità di persone e di medici credono nella sua validità. Non c'è stato nulla da fare, non è stato possibile neppure avere la soddisfazione, dalla controparte, del beneficio del dubbio. La cosa forse più irritante era sentirsi dire e ripetere che quella era la conclusione a cui era giunta la scienza umana...Come se essa fosse giunta al punto di potersi definire onniscienza!
Quando, poi, si tratta di parlare di Dio o di fede in generale, le cose precipitano addirittura: la sentenza più cortese che viene emessa, di solito, è "io credo solo a ciò che vedo e tocco". Che dire? Buon pro faccia loro.