Geronimo

[Uranium]

Buonasera a tutti!
Prima di inaugurare (giudicherete voi quanto degnamente) questo spazio dedicato al buonumore, desidero ringraziare Max per averlo previsto in questo forum.
Ciò detto, vado a raccontarvi quella che è stata senza dubbio la peggior figuraccia della mia vita. L'ho raccontata a pochi, in verità, ma vi assicuro che quei pochi si sono scompisciati dalle risate...Qualcuno, addirittura, pensava ad una barzelletta inventata lì per lì e si rifiutava di credere che mi fosse accaduto davvero, ma sappiate che i fatti qui narrati (ahimè ) sono reali.
Estate 1994. A quel tempo ero "fresco" di separazione dalla mia prima moglie; il mio stato mentale, pertanto, era abbastanza compromesso, di conseguenza avevo dovuto inventarmi qualcosa per riconciliarmi con la mia stessa vita. Fra le altre cose, mi ero regalato una favolosa (e costosa) mountain bike Bianchi superaccessoriata con la quale volevo iniziare un'attività sportiva: speravo che, insieme col sudore, se ne sarebbe andata almeno un po' della mia amarezza.
Dovete sapere che, fra ciclisti e cicloamatori della mia zona, era opinione comune che esistesse una sola chance per dimostrare di essere dei veri pedalatori: riuscire a percorrere in salita la strada che collega due paesi della provincia di Modena, una stradina piuttosto stretta e non molto lunga ma caratterizzata da una sensibile pendenza e da numerosi tornanti...Se non riuscivi a compiere quel percorso massacrante, eri inesorabilmente considerato un pivello del velocipede.
Per sentirmi "vivo", un soleggiato sabato pomeriggio decisi così di tentare l'impresa. Il mio grado di allenamento, tuttavia, non era eccellente, e nonostante stessi sfruttando i rapporti più "dolci" del cambio, cominciai ad accusare un certo affanno già poco tempo dopo la partenza. Ma volevo riuscirci, dovevo dimostrare a me stesso di poterlo fare (tipica testardaggine da frustrazione) e continuai a pedalare sbuffando come una locomotiva.
Come Dio volle, riuscii a raggiungere il crocicchio che segnava la fine di quel percorso da tregenda. Avevo i polpacci trifolati, avevo perso un polmone per strada, non avevo più nulla di umano ma...ce l'avevo fatta! Soddisfatto, mi misi a sedere su un guard rail per gustarmi il successo e, soprattutto, per ripristinare le energie.
Circa mezz'ora dopo, un po' rinfrancato, decisi di rimettermi in sella per rifare il percorso inverso. Quella strada, allora, non era trafficata come oggi, quindi non mi preoccupai troppo quando vidi che, in discesa, il tachimetro-contachilometri cominciava ad assestarsi sui 50-55 Km orari; ero troppo felice della mia impresa, del resto. Mentre ripercorrevo a gran velocità quei tornanti sterzando ripetutamente da una parte e dall'altra per non uscire di strada, mi venne voglia di mettermi a gridare; tanto, non c'era anima viva intorno, nessuno mi avrebbe sentito. Mi misi perciò ad urlare come un pazzo: Gerooooonimooooooooooo! Quelle urla erano liberatorie, per me, e continuai così per un po'.
Giunsi quindi ad un tornante oltre il quale non potevo vedere, e mentre terminavo la curva lanciando l'ennesimo forsennato grido, vidi comparirmi davanti all'improvviso una paletta bianca e rossa...Una pattuglia di Carabinieri era ferma proprio lì, sul ciglio della strada, e mi ordinava di fermarmi. Oh, my God... Ma da dove spuntavano questi? Tirai i freni allo spasimo riuscendo a fermarmi a malapena rischiando anche di travolgere uno dei due militari. Costoro erano piuttosto giovani, e se il primo (quello con la paletta) si sforzava di apparire autoritario, l'altro era rosso in viso per lo sforzo di trattenere le risate. Avvicinatosi a me, il primo carabiniere (che aveva uno spiccato accento romanesco) cominciò ad apostrofarmi così (più o meno):
A Gero', ma che è 'sta cosa? Ecchè, ti sei impazzito? Guarda che nun pòi còre a 'sto modo, rischì de fa' 'n disastro! Stamme a senti', Gero', per stavorta nun te faccio 'a contravvenzione perchè li Indiani me stanno simpatici, ma si te becco n'artra vorta te sbatto in riserva, sa!
Ed ora, un piccolo sondaggio: al posto mio, come vi sareste sentiti voi?

[Sunshine]

Roby, direi che, con la complicità del carabiniere, ne è uscita una scenetta davvero originale...

Io sai che avrei detto? A marescià...ma io corevo proprio pe scappa dagli indiani...

Il romano lo sto imparando bene?

[Uranium]

Io sai che avrei detto? A marescià...ma io corevo proprio pe scappa dagli indiani...

Ah! Ah! Ah! Sei una bomba! Hai ragione, perchè non ci ho pensato allora? Be', chissà, magari mi beccavo una denuncia...
Comunque, ammazzate, oh, se l'hai imparato bene il vernacolo!!!

[Sunshine]

Aho...a regà...e mo te saluto che vado a cenà!!!

Buona serata e grazie per la storia che hai voluto condividere con noi!

[Uranium]

Grazie a te, Sunshine...E, me raccomanno: nun core!!!

[Massimiliano]

Ciao ragazzi, siete veramente forti

@Roberto, io al posto tuo, non sarei neanche arrivaro dai carabinieri...se consideriamo che sulla mia bici ho solo mezzo freno...sarei volato per la campagna circostante!

@Elhaisha, il romano è quasi perfetto!

Max

[Il guardiano]

Buongiorno a tutti miei cari amici, vedo che siete molto simpatici e questa cosa è molto bella. Sapete ai miei tempi si scherzava di più e la tua storiella Roberto, mi ha fatto venire in mente quando da piccolo con le biciclette, insieme ai miei coetanei correvamo e facevamo certi voli... e quando tornavamo a casa tutti sanguinanti, prendevamo il resto dalle nostre madri! Ora inserisco anche io una bella barzelletta! Ma Roberto, se ti facevano la multa cosa gli davi il numero del telaio bella bici? ammesso che ancora si leggeva...

[Uranium]

Roberto, se ti facevano la multa cosa gli davi il numero del telaio bella bici?

Ciao, carissimo Mario! Effettivamente, un po' di tempo dopo quella figuraccia epica, me lo sono chiesto anch'io...
Secondo me, in fondo non avevano alcuna intenzione di farmi la multa, ma con giusta ragione si erano sentiti in dovere di redarguirmi un po' a proposito della mia velocità inopportuna. Come dicevo, era abbastanza chiaro che sotto sotto dovevano star divertendosi...Mi era sembrato di sentire i loro pensieri: A 'n vedi 'sto deficiente! Un "complimento" meritatissimo!