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Ottobre, la scoperta dell'energia
Di vendemmia riempie la tina
Come tutte le mattine ho lasciato la bicicletta alla stazione di Ladispoli e mi avvio verso la piattaforma che mi porterà alla mia sede di lavoro a Roma. Ladispoli è una cittadina di mare vicino alla capitale e nella quale vivo da 12 anni. Allora fu una scelta di vita lasciare la capitale per vivere con mia moglie Patrizia ed i miei due figli, Riccardo ed Emanuele, in un ambiente più sano e tranquillo. Una bella differenza tra un appartamento nel traffico cittadino ed una tranquilla casetta con giardino, nel quale ricaricarsi dopo una lunga giornata lavorativa. Un angolo di serenità e pace condiviso dalla mia bellissima famigliola.
Ore 6:30, è ancora buio, il clima è quello tipico di ottobre, freddino di mattina e piacevole durante le ore centrali della giornata, la gente è già tanta e si avvia, come me, alle varie piattaforme per le diverse destinazioni. Tante persone, tante storie che si intrecciano, tanti universi che si parlano. Salgo le scale ed attendo l'arrivo del treno che normalmente è in orario. Ci sono anche tanti adolescenti che utilizzano il treno per raggiungere licei ed istituti, molti circoli di ragazzi che discutono e condividono sogni e vissuti giornalieri. Adulti che controllano i messaggi nei loro telefoni e tanti come me che ascoltano la musica. Il treno arriva in orario, salgo e mi fermo vicino alle porte, il mio solito posticino, dove sistemo le mie due borse, una per il computer e l'altra per il pranzo e per un libro che porto sempre con me. Ma la mattina preferisco ascoltare la musica e la voce della mia cantante preferita mi accompagnerà negli infiniti luoghi del mio mondo. Dolores O'Riordan, lei è stata l'unica cantante a farmi rivivere le emozioni del passato, la sua voce angelica, ma decisa, mi accompagna durante il mio viaggio spirituale. Le nostre anime si prendono per mano e sorvolano anche i luoghi più remoti del mio mondo che sfuma con il suo, e le sue parole seminano frammenti del suo mondo nel mio. Dolores ha composto anche la colonna sonora dell'amore tra me e Patrizia, con tante canzoni che ancora oggi a distanza di tanti anni ci emozionano e ci danno gioia. Ma oggi ascolto una canzone che mi riporta in un lontano ottobre di tanti anni fa, quando ancora avevo appena 6 anni e stavo a casa della mia amata nonna Palmira, passata a miglior vita nel 1994. Era un sabato sera ed i miei genitori avevano lasciato me e mio fratello Gianluca dalla nostra nonna. La permanenza da lei fu per l'intero fine settimana, ma la sera del sabato ha lasciato nella mia anima un ricordo indelebile.
[Quella sera iniziò già con una atmosfera magica, erano circa le 21 e mia nonna stava con noi in cucina...mio nonno era già andato a lavoro, lui era un panettiere e lavorava la notte...mia nonna completava le pulizie della cucina dopo la cena...la sua accuratezza nelle attività domestiche, la sua pazienza e tolleranza nei nostri confronti e verso le altre persone, ne facevano una persona speciale...sempre pronta ad ascoltare i problemi dei figli e dei nipoti. Palmira era una di quelle nonne che sapevano sostituirsi molto bene ad una mamma...autorevole ma mai autoritaria, dolce ed affettuosa...mio nonno Orlando, invece era un uomo più razionale...tutto casa e lavoro...ma non mancava neanche lui di momenti dolci ed affettuosi...di giorno dormiva e di sera andava al lavoro. Quella sera dopo aver condiviso la cena con noi, andò al lavoro, salutandoci e quindi lasciandoci in dolce compagnia della moglie...nel pomeriggio mia nonna ci comprò due album da colorare, uno per mio fratello di appena tre anni, ed uno per me, adatto alla mia età...ricordo che era uno di quei libricini dove in ogni pagina c'era una lettera dell'alfabeto, seguita dalla figura di un animale o un fiore o un cibo che in iniziava appunto per quella lettera...]
Il treno sfreccia a velocità sostenuta ed attraversa praterie, boschi e fattorie. Il cielo inizia a farsi più chiaro ed il buio inizia a dissolversi tra i colori dell'alba che sembrano pennellate di artisti su una tela in continuo movimento. Inizio a vedere i colori di ottobre che danno uno speciale tocco di rosso, arancio e giallo alle foglie ancora attaccate ai rami degli alberi, ma in procinto di cadere a terra con dolci dondolii.
Dopo ogni galleria il cielo si schiarisce e pascoli, fattorie e contadini iniziano la giornata sotto una leggera nebbiolina tipica della stagione di ottobre. E' la stagione delle prime piogge che iniziano a farsi persistenti, ma che dolcemente dissetano la terra dopo la calura dell'estate. E' la stagione delle sfumatura che vanno dall'estate all'autunno, il mese delle castagne e della vendemmia, il mese del rilassamento spirituale, perchè si passa dagli eccitanti colori estivi all'introspezione dello spirito che ha il suo culmine nella stagione dicembre. Questo accade nel mio mondo!
Ottobre...già ottobre, il mese che ha fatto sbocciare l'amore tra me e Patrizia nel lontano 1996. Quello fu un giorno indimenticabile, era il primo del mese e lei mi chiese di festeggiare il compleanno da soli. Andammo al mare, il cielo era limpido e li ci dammo il primo bacio. Il nostro incontro avvenne qualche settimana prima, alla festa del mio compleanno. Quella sera ci guardammo più volte, poi un pomeriggio ci incontrammo lungo la strada e da li è iniziata la nostra storia.
Il ritornello della canzone mi riporta dolcemente al ricordo di quella sera e l'atmosfera della musica, ora si fonde ai sorrisi di mia nonna che ogni tanto ci regalava.
["Nonna, solo l'ape fa il miele o anche la vespa?"
"No soltanto l'ape", rispose con sicurezza appoggiandosi al tavolino. Mio fratello colorava il suo album ed io ogni tanto guardavo dalla finestra della cucina. La sera era tranquilla, cielo sereno ed un po di umidità portata dalla pioggia dei giorni precedenti. La casa di mia nonna era composta dalla cucina molto grande, un bagno altrettanto abitabile, uno stanzino, una camera da letto, un saloncino dove dormivamo io e mio fratello ed un corridoietto. Io mi sentivo sereno e tranquillo, in casa c'era tanta pace e dolcezza. Sentivo un'energia che dal cuore mi saliva per tutto il corpo, un'energia a me sconosciuta che mi faceva stare bene e che solo pochi anni dopo avrei compreso meglio. L'energia era talmente forte che quasi mi faceva sentire dolore fisico, un dolore piacevole che mi scaldava mente e spirito.
"Dai è ora di andare a dormire, andate a mettervi il pigiama e lavatevi i denti"
"Si nonna"
Quella notte mi addormentai col ricordo di quella sera e di quella energia che poi a distanza di tanti anni mi sarebbero stati utili ed illuminanti.]
Ora sono di nuovo invaso da quella bella energia, la sento e mi da forza. Sono collegato con quel ricordo, con quella emozione, sono collegato con un'isola del mio mondo, l'energia è la strada e la musica è il mezzo di trasporto.
Novembre, l'apertura del canale spirituale
Ammucchia aride foglie in terra
Sabato, ore 16 e 54, mi trovo in centro con la famiglia per una passeggiatina pomeridiana. Fa freddino ma il cielo è sereno, a terra è pieno di foglie che sono iniziate a cadere durante la stagione ottobre e che ora a novembre riempiono le strade della città. Gli alberi sono quasi spogli e mostrano il loro scheletro, sapendo che nella stagione marzo si rivestiranno di nuovo di foglie verdi e rigogliose.
In un angolo della strada vediamo un venditore di caldarroste intento nel suo lavoro con grande disinvoltura e cordialità. Ci fermiamo e acquistiamo un cartoccio a testa e poi ci sediamo su una delle tante panchine nella piazza del cinema. Le scuole in questa stagione sono iniziate da un pezzo e per le strade si vedono mamme con bambini che portano quaderni e colori che hanno acquistato in cartoleria. Questa immagine mi riporta in un lontano giorno di novembre, avevo 8 anni e frequentavo la scuola elementare. Stavo a casa mia e con noi c'erano anche i nonni Palmira ed Orlando, i miei genitori li avevano invitati a cena. Fu una serata che mi lasciò un ricordo che ancora oggi rivivo con gioia e passione. Il pomeriggio, prima della cena ero stato in un negozio con mia madre e mio fratello per comprare degli articoli scolastici.
[Spesso capitava di uscire durante il pomeriggio con mia madre, mio fratello e mia nonna. In quel periodo mia madre Giuliana, guidava la macchina ed andavamo in una zona di Roma piena di negozi, una zona vicino casa nostra. Mia madre era casalinga e mio padre Angelo era meccanico e quindi era fuori casa per tutto il giorno.
Nella grande cartoleria a due piani quel giorno comprammo quaderni, colori, penne e mia nonna ci regalò un gioco per ciascuno, a mio fratello un libricino di racconti da colorare, a me un libro nel quale c'erano dei giochi da realizzare con la carta, la colla ed altri utensili di cartoleria che erano inseriti in una scatolina unita al libro. Tra le varie attività da realizzare, vi era la costruzione di personaggi in cartone, completi di arti, testa e tronco, uniti insieme da grappette.
Dopo i giri per i negozi, come in quell'occasione, passavamo a trovare mio padre nell'officina, sita nella stessa zona e di sua proprietà e con nostra gioia, io e mio fratello ci aggiravamo per il locale guardando motori aperti e macchine in via di manutenzione. Spesso il locale era gremito di clienti che passavano a salutare mio padre o semplicemente erano i proprietari dei negozi posti sulla stessa via. Ci fermavamo una mezz'oretta e poi ripartivamo con mia madre e mia nonna al seguito, verso casa nostra, dove poi sarebbero giunti anche mio padre e mio nonno per la cena. Le strade erano molto affollate e negli anni 80 la gente era sicuramente più serena e solare. Ad ogni angolo era presente un venditore di caldarroste ed ancora i supermercati non avevano invaso i quartieri e preso il posto dei negozietti spesso a conduzione familiare.]
Emanuele inizia ad agitarsi, troppa confusione lo destabilizza, cerca di autocontrollarsi con dei gridolini. Il nostro secondogenito nacque sano, ma poi a seguito di una vaccinazione divenne autistico. Per cinque anni brancolammo nel buio, poi la conoscenza di un medico che si occupa del problema ci fece fare un percorso che ad oggi si è rivelato giusto. Ora Emanuele ha recuperato moltissimo, la strada è ancora lunga, ma siamo ottimisti. Riccardo, il nostro primogenito è un ragazzino molto intelligente e più maturo rispetto ai ragazzi della sua età, ha accettato la situazione familiare e nonostante non riesca ad interagire col fratello, gli vuole molto bene.
Decidiamo di ritornare a casa e quindi ci avviamo per la lunga via del centro piena di negozietti, bar e pizzerie a taglio. Passiamo davanti ad una edicola ed Emanuele mi chiede un regalo. Così decido di prendergli un album da colorare e pieno di idee per giocare e per costruire giochi con la carta. Mentre camminiamo Emanuele sfoglia il giornalino e si sofferma su una pagina dove per gioco si richiede di ritagliare e colorare un clown.
[Dopo cena, mentre mia madre sistemava la cucina parlando con mia nonna, decisi di costruire un clown come riportato dalle indicazioni del libro. Mio padre e mio nonno guardavano un film poliziesco e tra i loro commenti, i discorsi quasi sussurrati tra mia madre e mia nonna e tra le cantilene di mio fratello, costruii il clown. Fu una serata molto bella e tranquilla e si respirava un'aria distesa e quieta, ma la cosa che a distanza di anni mi ritornava in mente è l'energia che avvertii due anni prima a casa di mia nonna, una forza che dal cuore risaliva fino alla testa e che a distanza di quasi 40 anni avrebbe aperto un canale con un giorno futuro, un canale tra due isole del mio mondo. E proprio in quel giorno nel futuro mi sarei ritrovato con la mia nuova famiglia a passeggiare per Ladispoli osservando mio figlio che avrebbe giocato con un clown]
Dopo aver attraversato il sottopassaggio della stazione ci ritroviamo vicino la chiesa del quartiere dove abitiamo. Emanuele scalcia delle foglie di pioppo cadute nei giorni precedenti e leggermente inumidite. Incontriamo delle persone che passeggiano vociferando e coppie di fidanzatini, mano nella mano che si sussurrano i loro sentimenti.
Novembre, una stagione di cambiamenti che ci prende per mano e lentamente, timidamente ci porta verso l'inverno e quando sfumerà con la stagione dicembre, gli lascerà le nostre anime, ma non i segreti che ha sussurrato ad ogni essere di questo pianeta. Segreti che poi verranno dolcemente ripresi al suo ritorno. E' la stagione dei primi freddi che lentamente si affacciano con leggeri soffi, la stagione delle giornate che iniziano ad accorciarsi, lasciando il posto alla sera anticipata che cerca di spegnere i colori autunnali conservandoli nel suo cuore.
Dicembre, la crescita dell'energia
Ammazza l'anno e lo sotterra
Mercoledì 23 dicembre 2015, sono le 16 ed attendiamo l'arrivo dei miei genitori che passeranno con noi le feste natalizie. Loro sono tornati nella nostra vita lo scorso anno, dopo che per un po siamo stati divisi per alcune incomprensioni. Ora siamo ritornati a frequentarci, ricominciando con un rapporto più vero e sincero.
Prepariamo la tavola per la cena ed organizziamo il menù che di solito, come nostra tradizione è composto da piatti di pesce. I ragazzi fremono per i regali che riceveranno la mattina di Natale e fuori le luci natalizie scintillano come stelle nel firmamento. Dentro casa l'albero di Natale da un tocco di magia, mentre il presepe, realizzato con la condivisione di tutta la famiglia, da un tocco sacro.
Nella stagione dicembre il freddo si fa più pungente, le piogge lentamente diminuiscono, lasciando il posto a gelate mattutine che in alcune occasioni, specialmente a fine mese, iniziano dopo le 23. La stagione dicembre è la stagione della crescita e della rinascita spirituale, tutto nell'aria è frizzante e ricco di allegria, l'atmosfera spirituale accresce in me l'energia che mi tiene costantemente vigile e ben disposto all'introspezione dell'anima. E' tutto perfetto, animico e poetico e si avverte lo spirito del Natale che attraversa le strade, entrando in tutte le case. Lo spirito del Natale e l'energia entrano dentro di me che poi si riflette a tutta la famiglia, si sente un'elettricità, quasi tangibile che spinge all'allegria e alla serenità.
Nella stagione dicembre, capita che l'energia diventi così forte che inevitabilmente durante tutto il mese la mia anima viaggia verso lontane emozioni che rivivo in modo talmente vivido da estraniarmi completamente. In questo periodo spesso mi capita di tornare indietro nel tempo, nel periodo in cui la mia
famiglia frequentava una coppia che ha lasciato una traccia indelebile nella mia anima. Augusto e Gianna, spesso ci invitavano a passare delle serate a casa loro, nel periodo delle feste natalizie. Si giocava tutti insieme a mercante in fiera e l'atmosfera era fortemente carica di spiritualità. In quel periodo io avevo 13 anni e solo dopo pochi anni capii finalmente il significato dell'energia che mi investiva con così grande forza e decisione. In un lontano dicembre di tanti anni fa ho accresciuto l'energia che ha creato moltissimi canali, collegando varie isole e luoghi del mio mondo.
[Giovedì 27 dicembre 1984, quella sera cenammo da Augusto e Gianna per poi andare a casa di una famiglia che avevamo in comune. Sebbene non ricordi i nomi dei componenti, ricordo però che la famiglia era composta da madre, padre ed una figlia di quasi 20 anni. Fuori faceva molto freddo, una grande perturbazione proveniente dalla Siberia aveva investito il nostro paese, facendo scendere le temperature di molti gradi sotto lo zero per parecchi giorni. In alcuni luoghi d'Italia la temperatura scese fino a -20 gradi centigradi. A Roma la temperatura arrivò, in alcune zone, addirittura a -12 gradi centigradi. Di li a pochi giorni, nel giorno dell'Epifania Roma si sarebbe risvegliata sotto 30 centimetri di neve.
Arrivati a casa venimmo accolti molto calorosamente, era una famiglia molto ospitale e serena. Il capofamiglia raccontava sempre le sue esperienze lavorative accresciute in vari paesi del medioriente, Arabia Saudita, Iran ed Iraq. Poi ci mettemmo intorno al tavolo e tra dolci e bevande passammo una serata gioiosa giocando a mercante in fiera che Augusto sapeva organizzare molto bene. Augusto era un uomo brillante ed allegro, Gianna era meno espansiva, ma comunque una brava donna. Verso le 23 lasciammo la casa per ritornare nelle nostre rispettive case, salutammo Gianna ed Augusto nei pressi della loro casa e ci avviammo verso la macchina. Ci accorgemmo con stupore del ghiaccio che già avvolgeva la nostra macchina che mio padre con un po di pazienza raschiò dalla macchina e ci avviammo verso casa.]
Ora ci troviamo intorno alla tavola per festeggiare la vigilia di Natale, la sera passa tranquilla poi i miei genitori tornano a casa. Fuori fa freddo e si prevede una bella gelata notturna con temperature di qualche grado sotto lo zero. Il cielo è stellato e si avverte un'energia che parte dal profondo del cosmo e viaggia travolgente come un tsunami. Mi lascio trasportare da questa onda quantica che mi prende per mano e mi trasporta dolcemente per le vie di un quartiere nel quale trascorsi parte della mia adolescenza ed età adulta. Fino all'età di 13 anni ho vissuto, con la mia famiglia, in un appartamento a Montespaccato, località nella periferia di Roma. Poi i miei genitori decisero di acquistare un terreno a Casalotti e li, con molti sacrifici hanno costruito una villetta nella quale ho vissuto fino all'età di 26 anni. Una sera prima di capodanno del lontano 1984 ci fu un avvenimento molto bello che rallegrò la mia tristezza. In quel periodo frequentavo il primo superiore e non mi trovavo molto bene, spesso dovevo difendermi, con molto onore da alcuni compagni di scuola. I soliti bulletti che sono sempre riuscito a tenere a bada, conquistandomi, in seguito, il rispetto di altri compagni. Ma la tristezza sarebbe aumentata anche a seguito di alcune incomprensioni e contrasti con i miei genitori, contrasti mai ostentanti e che forse, se non mi fossi isolato, si sarebbero risolti in maniera più distesa. D'altra parte, mio padre, allora, era poco comunicativo e mia madre spesso assumeva atteggiamenti vittimistici...ma non potevo sapere che il problema in famiglia era più profondo a seguito di gravi problemi che i miei genitori ebbero a seguito di un grave problema economico. Questa loro politica di tenerci nascoste le questioni degli adulti, magari per proteggerci, ha creato nella famiglia un distacco emotivo che lentamente mi ha fatto "allontanare" da loro, ma che in futuro sarebbe lentamente diminuito.
Durante quel periodo di feste natalizie ancora ero solo rattristato dal problema della scuola che cercavo di evitare giocando con il Commodore 64 che mia nonna ci regalò, a me ed a mio fratello Gianluca, per il Natale.
[Lunedì 30 dicembre 1984, io e mio fratello giocavamo nel salone di casa con il computer, mia madre preparava la cena e mio padre, dopo aver acceso, il camino in casa, tornò a lavorare sotto casa. Infatti quando ci trasferimmo a Casalotti, lui decise di portare l'officina nel locale sotto casa. Mentre giocavamo insieme, spesso litigando, mio padre dabbasso ci chiamò perchè cadevano dei fiocchi di neve...si, quel giorno fu solo il preludio della grande nevicata che ci sarebbe stata di li a pochi giorni. Fu un momento di felicità condiviso che per qualche minuto mi rallegrò e mi fece dimenticare la momentanea tristezza. Ero molto eccitato e speranzoso che quell'accenno di neve si fosse trasformata in una copiosa nevicata. La sera stessa, prima di addormentarmi fantasticai sul paesaggio ricoperto di neve e di come sarebbe stato bello svegliarmi con un paesaggio tutto bianco.]
Giovedì 25 dicembre, la giornata è bellissima ed in casa c'è una grande serenità, i ragazzi scartano i regali, ed una ventata di positività inebria i nostri sensi. Lo spirito del Natale ormai investe le nostre anime, risate, gioia e condivisione ne faranno da padroni per il resto delle feste natalizie. Allegria intorno ai tavoli, passeggiate lungo il mare e splendide giornate serene anche se fredde, con accenni a qualche fiocco di neve e magari con la speranza che con l'anno nuovo, un giorno ci si svegli con un bel manto di neve, come accadde nel lontano 6 gennaio 1985...quel giorno rappresenta il fulcro centrale della mia esistenza da dove si diramano le vie, le strade ed i sentieri che collegano tutto il mio mondo e lo rendono vivo e splendente!
La neve, già la neve...ha giocato un ruolo molto importante per la crescita dell'energia, e solo ora so quanto è importante e quanto ha contribuito alla mia crescita spirituale, solleticando il mio spirito a ricordi forse di altre vite!
"In particolare ricordo un evento in cui io mi vedo un bambino di 8 anni e sto scartando dei regali. Mi trovo in un grande salone, i miei genitori sono diversi da quelli attuali, presumo si tratti di una vita passata, forse vissuta in Finlandia, fuori nevica ed io sono felice!"
Gennaio, i giorni del grande ricordo
Mette ai monti la parrucca
Martedì 5 gennaio 2016, sono sul treno ed ascolto "Apple of my eye" una bellissima canzone di Dolores, interpretata come solista. Lei infatti ha iniziato la sua carriera formando il famoso gruppo irlandese "The Cranberries", per poi, dopo il 2007 seguitare la sua carriera senza la band. Guardo fuori dal treno, il cielo è coperto, non fa molto freddo, ma io ci spero sempre...spero sempre che cada qualche fiocco di neve...e poi domani è il 6 gennaio, il giorno dell'epifania...e quel giorno, ed i giorni a seguire furono indimenticabili.
[Era la sera del 5 gennaio 1985 ed eravamo stati invitati a cena dai miei nonni, era sabato ed oltre a noi c'erano anche i miei zii, con i rispettivi figli...quindi eravamo tanti. La serata passò molto tranquilla ed in armonia, mia nonna sempre pronta ad ascoltare le esigenze dei commensali e mio nonno, come sempre, carico di simpatia intratteneva tutti noi con battute e barzellette. La cena fu abbondante, come da tradizione di mia nonna, ricca di antipasti, ottimi primi fatti in casa e sopratutto dolci fatti con tanto amore. Eh si, mia nonna sapeva prenderci per la gola, sopratutto a noi nipotini.
Verso le 23 salutammo i nonni e tutti quanti uscimmo da casa, mia nonna ci accompagnò fino alle scale per salutarci, come sua consuetudine. Dal portone di casa sua, si doveva attraversare un corridoietto per arrivare al portone che dava sulle scale, per poi scendere di un piano e ritrovarsi in un giardinetto condiviso con altri inquilini del palazzo. Quella sera il cielo era stellato, ma faceva abbastanza freddo, le temperature erano prossime allo zero e mio padre esordì dicendo che molto probabilmente avrebbe gelato. La morsa del gelo siberiano ancora non aveva lasciato il nostro paese e da li a poche ora ci saremmo svegliati con uno spettacolo unico al mondo!
Arrivati a casa, io e mio fratello giocammo una mezz'oretta con il Commodore 64 e poi andammo a letto, anche se io faticai un pochino prima di addormentarmi, forse perchè nell'aria c'era un'energia magica che si stava concretizzando e stava diventando tangibile.
La mattina del 6 gennaio faceva molto freddo, in casa si sentiva una calma incredibile e da fuori si intravedeva una luce molto forte. Mio fratello scese dabbasso, aprì le finestre del salone e si trovò davanti uno spettacolo incredibile...era tutto bianco! Lui di primo acchito pensò si trattasse di una forte gelata, ma poi mio padre si rese conto e subito dopo tutti quanti…era neve! Una copiosa nevicata, 30 centimetri di candita neve riscoprivano il paesaggio, la casa, le automobili, gli alberi, ricalcando i contorni di ogni oggetto. Erano le 8 di mattina ed ancora dei deboli fiocchi cadevano dal cielo, dondolando e trasportati dal vento di bufera che si era abbattuto sulla capitale verso le 5 di mattina e che aveva dato luogo ad una nevicata che sarebbe entrata nella storia. Non si vedeva nessuno per strada e si sentivano delle deboli voci che si smorzavano insieme al vento, voci di gioia di bambini e di adulti. Di rado si vedevano passare delle automobili che squarciavano quel silenzio divino con le catene montate sulle ruote. Ogni cosa che era bianchissima, ora vicino alla neve, non sembrava più così brillante. Eravamo tutti e quattro affacciati alla finestra ed io e Gianluca fremevamo per uscire e giocare con la neve. Quindi dopo colazione ci coprimmo bene e mentre stavamo per uscire dalla finestra vedemmo la macchina dei nonni entrare nel vialetto della nostra villetta. Erano venuti a trovarci e solo la caparbietà di mio nonno aveva convinto mia nonna ad uscire con quel freddo; anche la loro macchina, ora vicino alla neve, mi sembrava color avorio. Scendemmo in giardino e salutammo i nonni, c'era una felicità che si sentiva correre nell'aria, trasportata da un vento che ora si faceva più leggero, ma sempre freddo e teso. Passammo la mattinata a camminare sul prato ricoperto di neve e costruimmo un pupazzo di neve alto quasi due metri, con la collaborazione di mio padre e di mio nonno, mentre mia nonna ci guardava sorridendo e mia madre che preparava il pranzo.
Durante il pranzo il TG divulgò la notizia che per i prossimi due giorni le scuole, A Roma e provincia, sarebbero rimaste chiuse per motivi di sicurezza, visto che si temevano forti gelate notturne che avrebbero contribuito a creare disagi. La notizia suscitò in me contentezza vista la mia situazione scolastica, sia dal punto di vista del profitto e che da punto di vista delle relazioni sociali. Frequentavo il primo superiore e non andavo molto bene, e la notizia della chiusura forzata delle scuole mi diede una spinta emotiva positiva.
Il pomeriggio passò tranquillo, i miei nonni tornarono a casa prima che la neve si gelasse sulle strade, e noi dopo cena saremmo andati a trovare Augusto e Gianna. Fu una serata indimenticabile, mentre ci recavamo a casa dei nostri amici, con la macchina attraversavamo prati e boschi completamente ricoperti di neve. Da alcuni alberi di pino, blocchi di neve cadevano a terra che i rami non riuscivano a contenere per il peso. Le strade erano state spazzate, ma ai lati si vedevano cumuli di neve alti anche 80 centimetri. La casa di Augusto e Gianna era uno spettacolo unico, come lo era la nostra del resto, i loro tetti erano spioventi e si aveva la sensazione di trovarsi in montagna. I grossi pini che circondavano la casa di Augusto erano tutti bianchi e non mostravano cenni di cedimento e sembravano guardiani infreddoliti, ma ben fermi nel loro ruolo.
Il giorno dopo andammo da mia nonna per pranzo e per passare una giornata diversa, li c'era anche mio cugino Ivano, mio coetaneo e figlio del fratello di mia madre. Dopo pranzo, verso le 14 e 30 decidemmo di fare una passeggiatina e portammo con noi anche mio fratello. Decidemmo di andare nel prato che si trovava in fondo alla via, dove la neve era ancora intatta e compatta, bucherellata qua e la da piccole orme di gatto o uccelli. Ci organizzammo con degli scarponi da neve che utilizzavamo per le gite sulla neve e mentre camminavamo per il prato, ogni tanto ci affondavamo fino alla vita. Fu un pomeriggio indimenticabile ed avvertii, come mai provato prima, che l'energia era aumentata. Era una sensazione fisica fortissima che fissò per sempre nella mia mente e nel mio spirito i ricordi di quei giorni...i giorni del grande ricordo!]
Sono le ore 8 del 6 gennaio e fuori il paesaggio è come sempre, non c'è la neve che tanto avevo sperato ed invocato. La stagione gennaio da sempre mi riporta indietro a quei giorni meravigliosi, nel mio mondo è la stagione della neve e del freddo. La natura è a riposo, tutto è fermo, materialmente le cose sembrano
immobili, ma spiritualmente non è così. E' proprio in questa stagione che lo spirito varca i confini ed allarga i limiti della conoscenza e prepara alla ricerca della verità. La flora dorme come gran parte della fauna, ma le loro energie si intrecciano con tutto l'universo, ed io raccolgo l'invito a fondermi con tutte le energia della stagione gennaio. Nel mio mondo tutto ha un senso e regna la causalità, non ci sono dogmi, ma leggi universali che variano da dimensione a dimensione e l'immaginazione creativa, organizza e crea nuove dimensioni, universi, mondi e luoghi che la mia anima visita e ricorda e che in ogni viaggio si porta con sè scene di vita vissuta e continuamente rivissuta!
Febbraio, un evento inatteso!
Grandi e piccoli imbacucca
Oggi ci troviamo in centro, è pomeriggio presto e nelle strade si vedono tantissimi bambini con le maschere di carnevale. Coriandoli e stelle filanti hanno già ricoperto gran parte dei marciapiedi. I nostri figli sono grandini e quindi si divertono soltanto a guardare le più ricercate maschere o semplicemente a passeggiare insieme a me e Patrizia. Il carnevale ha sempre rappresentato, nella mia vita, un periodo di gioia e di condivisione e quando frequentavo le scuole medie, spesso andavo a delle feste in maschera, dove inevitabilmente nascevano i primi amori. Io, in quel periodo ero attratto da una ragazza mora con gli occhi verdi che invitavo spesso a ballare i lenti. Ai miei tempi, i lenti, erano molto importanti ed ancora non era nata la musica da discoteca...quella assordante per intenderci. Da piccolo invece avevo indossato diversi vestiti ed interpretato alcuni personaggi di quei tempi, Zorro, Sandokan ed una volta un principe di cui non ricordo praticamente nulla. Più avanti con l'età mi capitò una volta di realizzare un vestito ad hoc. Avevo già 25 anni e con altri miei amici coetanei, decidemmo di vestirci da Ghostbusters. Un vestito realizzato nei più piccoli particolari che suscitò molta curiosità.
La stagione febbraio, oltre ad essere il pilastro del carnevale è anche il periodo dell'anno che mette allegria e si trova quasi a cavallo tra l'inverno e la primavera, che dalle nostre parti, al mare, arriva già verso la fine della stagione. I monti sono ancora ricoperti di neve, la quale ancora fa sentire la sua presenza in varie parti d'Italia. Parecchie volte, in anni addietro, è capitato che Roma si è svegliata con un bel manto di neve, proprio nella stagione febbraio. Nel 2012, addirittura ha ricoperto con un soffice manto tutta la costa tirrenica, arrivando anche a Ladispoli. L'inverno del 2012 fu davvero eccezionale se pensiamo che a distanza di 7 giorni, a Ladispoli nevicò due volte. La prima nevicata fu leggera, mentre la seconda la ricoprì con cinque centimetri di soffice neve. Quel sabato mattina del 11 febbraio 2012 fu davvero un evento senza precedenti, Riccardo si affacciò dalla finestra e chiamò tutta la famiglia per renderci partecipi della nevicata, come fece mio fratello nel lontano, ma sempre presente 1985. Infatti quel sabato mi riportò indietro facendomi rivivere quella lontana gioia, risvegliando l'energia dentro il mio spirito. Dopo aver passeggiato per le vie di Ladispoli ed aver ammirato la spiaggia tutta bianca, tornammo a casa e costruimmo un piccolo pupazzo di neve, poi dopo pranzo nevicò ancora ed il soffice manto rimase per due giorni, mentre a Roma, caddero 30 centimetri di abbondante neve che si sciolse solo dopo una settimana.
Il pomeriggio tende al termine e questa sera siamo stati invitati dai miei per festeggiare il compleanno di mio padre, 74 anni tenuti abbastanza bene a parte qualche piccolo acciacco. Lentamente sto cercando di ricostruire un rapporto con lui che è molto cambiato, ma in fondo sono cambiato anche io e magari essere
diventato padre ha aiutato il mio spirito a vedere le cose in modo diverso. La tavola è già apparecchiata nei minimi particolari, su questo mia madre ha conservato questa qualità. Quando invita le persone tutto deve essere perfetto e non deve mai mancare nulla e poi è anche una brava cuoca. Mio padre la aiuta molto e questo è stato un esempio che mi hanno trasmesso, anche io con Patrizia sono molto collaborativo e lo faccio con passione, dopo tutto sia io che mio padre, abbiamo sposato una moglie, non una serva!
In televisione trasmettono una partite della Roma, mio padre è da sempre stato un tifoso della squadra romana, non troppo, quello che basta, però, per arrabbiarsi se perde. Anche io da adolescente, spesso andavo a vedere le partite della Roma quando giocava in casa. Dai 13 anni in poi, insieme ad un mio
coetaneo andavamo ogni quindici giorni allo stadio olimpico, ma eravamo accompagnati dai suoi fratelli già maggiorenni. E fu proprio nel febbraio del 1985 che ci fu un avvenimento inatteso.
[Le cose non andavano molto bene nella mia vita, i rapporti con i miei compagni di classe erano sempre difficili, il rendimento scolastico scadente ed io continuavo ad isolarmi sempre di più. Non parlavo dei miei problemi con i miei genitori, per paura di essere giudicato e questa fu una lama a doppio taglio. Ma da li a pochi giorni, un evento avrebbe cambiato, di poco, poco poco, la mia difficile situazione in meglio. Un pomeriggio, io e mia madre andammo a trovare un mio ex compagno di scuola delle medie. Passammo un pomeriggio bellissimo, in casa c'era il mio amino Luca, la madre, ed uno dei fratelli del mio amico, quello più piccolo, Roberto. Michele, quello più grande ed il padre, di cui non ricordo il nome, erano al lavoro. Ed in quell'occasione la madre disse alla mia se lei era d'accordo affinchè io la domenica andassi con i suoi figli a vedere le partite della Roma, solo in occasione delle partite casalinghe. Mia madre fu subito d'accordo ed io anche mi sentivo più sollevato. Finalmente la domenica uscivo con qualcuno, visto che di solito la passavo da solo, in camera mia ad ascoltare le partite per radio.
Quell'avvenimento cambiò un po la mia situazione, avevo un punto di riferimento, qualche cosa da condividere con un mio coetaneo, un piccolo raggio di luce in una strada buia.]
Marzo, la scoperta del potere!
Libero il sol di prigionia
Questa mattina mi sono svegliato con il ricordo di un sogno un po particolare, il solito sogno premonitore, lo so è uno di quelli, si tratta della solita azione che vedo da fuori. Accadrà anche questo evento? Mi auguro proprio di no, ma sono già quattro notti che sogno l'arrivo di questo grosso pianeta, Nibiru? Nemesis? Nel sogno, come in tutti gli altri quattro, ero in compagnia di un'entità che mi diceva di stare attento al sole.
"Cosa succederà al sole?"
"Quando esso sorgerà sempre più tardi, allora quello sarà il momento dell'arrivo del secondo sole, e con lui ci sarà un astro della grandezza della vostra luna".
Mai sono riuscito a guardare in faccia l'entità, a volte si presenta come uomo, a volte come donna.
Oggi è una bella giornata di sole e nell'aria, ormai si sente la presenza della primavera, anche se è un po freddino. Le temperature sono tipiche della stagione marzo, freddo la mattina, con possibili gelate e caldo durante le ore centrali della giornata, temperature gradevoli che danno la voglia di mettersi al sole. La natura si risveglia, gli alberi cominciano a rivestirsi di tenere foglie, gli uccelli timidamente cominciano a fare la loro comparsa, di ritorno da luoghi più caldi. I merli ritornano a giocare e a bere nel mio giardino, specialmente quando metto lo schizzetto per annaffiare il prato. Dal muretto di cinta della mia casa, si tuffano nel giardino per bere e ripulirsi. Ormai la mia presenza non li spaventa più e nonostante mi guardino con leggero sospetto, sanno che possono fidarsi. Nella stagione marzo spesso l'inverno torna ad affacciarsi e non sono rari fenomeni metereologici di carattere nevoso, tante volte la capitale si è risvegliata sotto un leggero manto di neve, proprio in questa stagione. Da marzo in poi mi dedico al mio hobby preferito, l'orticoltura. E’ ancora presto per trapiantare le piante da orto, pomodori, peperoni e melanzane, perchè prediligono delle temperature stabili, quindi mi dedico alla sistemazione delle prode ed iniziano la fase di concimazione. L'hobby dell'orto l'ho intrapreso nel 2014 e da allora ho acquistato molta pratica nella coltura degli ortaggi. Ma questa mattina, quel sogno continua a fare la comparsa nella mia mente, so che si tratta, con molta probabilità, di un sogno premonitore. Dall'età di 18 anni faccio dei sogni che poi si avverano, se non subito, magari dopo qualche mese o addirittura pochi anni. Spesso mi capita di avere delle premonizioni o addirittura visioni ad occhi aperti. Tutto è iniziato nel lontano marzo del 1987, quando feci un sogno che si realizzò per filo e per segno...
[Marzo 1987, la situazione scolastica non andava molto bene, avevo 18 anni ed ero stato bocciato due volte, così i miei genitori mi mandarono in un'altra scuola, questa volta ad indirizzo elettronico. Lì ricominciai dal terzo anno, ero più maturo rispetto agli altri alunni, ma ero in una fase ascendente di isolamento. L'inverno precedente fu il peggiore. Per tutta la stagione il fine settimana rimanevo chiuso in casa oppure andavo nel locale di sotto, dove mio padre aveva l'officina e restavo da solo a sentire le partite di calcio. Anche con il mio amico Luca, mi vedevo più di rado ed ora seguivo la mia squadra dalla radiolina. A volte per non destare troppo sospetto che mi isolavo, mi inventavo delle uscite, incontri con alcuni amici. In realtà uscivo da solo, facevo un giretto nei posti dove andavo con mia madre e mia nonna e poi tornavo a casa. Una volta sono andato anche al cinema da solo, una situazione imbarazzante e straziante che superai con molta tristezza e vuoto interiore. Con i miei genitori parlavo poco e non esprimevo mai il mio disagio interiore, inoltre alcuni miei parenti avevano la sensazione che fossi "diverso" e mi trattavano un po come un sciroccato, anche se di li a pochi anni ci sarebbe stato il risvolto della medaglia e gli sciroccati sarebbero diventati loro. A settembre, appena compiuti i 18 anni, venni chiamato per fare i tre giorni anticipativi il servizio militare, per cui iniziai il nuovo anno scolastico presso l'istituto statale Albert Einstein con due giorni di ritardo.
Questa volta ero intenzionato ad aprirmi un po di più, cercando di scrollarmi di dosso i brutti ricordi degli anni precedenti ed il terzo giorno di scuola arrivai molto presto, in classe non c'era nessuno e mi sistemai in un banco all'ultima fila. Lentamente arrivarono tutti i miei nuovi compagni di classe compreso il mio nuovo compagno di banco, al quale chiesi se potessi mettermi vicino a lui, Siro, così si chiamava il ragazzo, mi disse di si e solo dopo pochi mesi, iniziò un'amicizia con lui. Ma a marzo di quell'anno accadde nella mia vita un avvenimento che sconvolse completamente la mia esistenza, in meglio e riuscii ad acquisire maggiore sicurezza, sia con i miei compagni, sia con il rendimento scolastico, ma ben presto mi accorsi che sarebbe diventata una lama a doppio taglio, perchè avrebbe accentuato il mio isolamento.
"Attenzione, intervengo dallo stadio Olimpico...Roma in vantaggio...grande colpo di testa e palla sotto l'incrocio dei pali...quindi a Roma, Roma-Pisa uno a zero, a te la linea"
Nel sogno io ero sopra il campo di calcio e vedevo la scena del gol, tutta l'azione, come se la stessi guardando in televisione, un sogno nitido, lucido ed a colori. La domenica mattina mi svegliai con il ricordo del sogno, e non ci feci molto caso, anzi quasi cercai di dimenticarlo. Dopo pranzo mi riposai, studiai un po e verso le 15 e 30 accesi la radiolina per sentire le partite. La Roma giocava in casa contro il Pisa, una partita difficile, sopratutto visto lo scarso rendimento della mia squadra in quell'anno. Nel primo tempo non ci furono gol e la partita si avviò in modo molto noioso. Iniziato il secondo tempo arrivò mia zia Rosa, una delle due sorelle di mio padre che di solito la domenica veniva trovarci e puntualmente rimaneva a cena. Ovviamente veniva con suo figlio, mio cugino Roberto di 10 anni. Erano solo madre e figlio, il padre, mio zio Giovanni morì di cancro due anni prima.
La partita si avviava verso uno scialbo zero a zero, ma all'improvviso dalla radio un annuncio mi svegliò da un torpore quasi catatonico...
"Attenzione, intervengo dallo stadio Olimpico...Roma in vantaggio...grande colpo di testa e palla sotto l'incrocio dei pali...quindi a Roma, Roma-Pisa uno a zero, a te la linea".
Finalmente, la Roma aveva segnato, ma dopo qualche minuto mi tornò in mente il sogno e dissi...
"Grande colpo di testa e palla sotto l'incrocio, come il sogno che ho fatto..."
La sera guardai la televisione e con grande stupore vidi che l'azione del gol era esattamente come l'avevo sognata. Una strana sensazione invase il mio corpo e di nuovo, dopo anni, avvertii forte l'energia, una sensazione che mi avrebbe cambiato drasticamente e che nei giorni e mesi successivi mi avrebbe fatto scoprire un grande potere, quello di prevedere il futuro! Infatti nei giorni e nei mesi successivi feci altri sogni che poi si avverarono tutti, se non subito, di li a pochi giorni o settimane. Per il momento feci solo sogni riguardanti la mia sfera domestica e quotidiana, ma in futuro avrei fatto dei sogni di eventi mondiali. Insomma posso dire che quel giorno aprii il vaso di Pandora! Io ero sempre più elettrizzato da quella situazione ed addirittura se mi concentravo riuscivo a prevedere eventi futuri riguardanti la quotidianità! Ora mi sentivo forte, sicuro...ma sempre più solo ed isolato...ma questa cosa non mi interessava molto perchè tale sicurezza mi diede una visione della vita un po diversa ed a 360 gradi!]
Oggi ho di nuovo l'impulso di scrivere una poesia e mentre curo l’orto, nella mia mente si formano dei versetti, una poesia che voglio dedicare alla mia famiglia. La passione per la scrittura delle poesia iniziò sempre nel marzo del 1987, quando iniziai a scrivere le poesia che catalogai come esistenziali. Quindi la stagione marzo rappresenta il risveglio della potenza psichica che nel mio mondo è un'energia assolutamente di primaria importanza e rappresenta il collante che tiene uniti luoghi sparsi in ogni angolo del mio universo e delle infinite dimensioni che lo compongono.
[Un pomeriggio verso la metà di marzo, ebbi l'impulso di scrivere una poesia dedicata a Santa Teresa di Gallura, una località di mare situata nella parte più a nord della Sardegna. Una bellissima cittadina, luogo di vacanze estive, dove andavo a passare dieci giorni ad agosto con la mia famiglia. Da quel giorno scrissi molte poesie, parecchie delle quali autobiografiche, semplici ritratti psichici di quel periodo e degli anni a seguire, prima dell'incontro con Patrizia.]
Aprile, una gita scolastica da ricordare
Di bei colori orna la via
Domenica 10 aprile 2016, oggi pomeriggio lo dedico al trapianto delle piantine di pomodoro, quattro file da tre piantine, le temperature si stanno lentamente stabilizzando e ne approfitto, vista la copertura nuvolosa, per effettuare la messa a dimora. Nel caso dovessero esserci delle gelate tardive cercherò di coprire le giovani piantine con delle serre fai da te, ma tutto sommato valide e già utilizzate la stagione precedente. Nel 2015 la stagione aprile fu molto fredda e spesso le temperature di notte, scendevano intorno allo zero. In quell'occasione le mie serre hanno salvato le giovani e tenere piantine di pomodoro san marzano, ciliegino e pachino. Quest'anno pianterò solo cuore di bue e pomodoro da mensa, peperoni e melanzane. Queste ultime due specie di ortaggio le metterò a dimora a maggio, in quanto temono brusche variazioni termiche.
La stagione aprile è molto altalenante, le temperature non sono mai stabili e potrebbero addirittura verificarsi gelate tardive e nevicate. Ricordo un aprile di molti anni fa, quando intorno la metà del mese, in Umbria fummo sorpresi da una veloce tormenta di neve. Era il 1998 e ci trovavamo ad Assisi, io, Patrizia e due nostri amici, per un fine settimana fuori porta. La neve della stagione aprile ha un significato diverso da quella di gennaio e febbraio, nel mio mondo rappresenta la purificazione spirituale e l'avvio verso una vita nuova. Le stagioni fredde danno il loro ultimo messaggio che sfuma con il caldo delle stagioni di primavera.
Nel mio mondo ogni stagione sfuma nell'altra e non esiste una netta divisione tra di loro. Ognuna di esse trasmette un messaggio a quella successiva che l'arricchisce e prende timidamente dei messaggi dalla stessa, per riposarsi un anno intero ed arricchirsi spiritualmente! Sono le 16 ed io sono a casa con i miei figli, Riccardo studia per gli esami della terza media, Emanuele è con me in giardino che sfoglia dei libri mentre osserva il mio operato. Patrizia è andata con mia madre ad una cerimonia in chiesa. Oggi infatti arriva a Ladispoli la Madonna di Fatima che prosegue il suo pellegrinaggio per le varie città d'Europa.
Ore 17 e 15, il lavoro è terminato ed io mi riposo guardando le giovani piantine sorrette da tutori. Osservo la natura circostante ed ammiro i frutti della stagione aprile. Gli alberi sono ormai quasi del tutto ricoperti da giovani e forti foglie, gli uccelli allegri e spensierati volavo ed impennano in tutte le direzioni e nell'aria si avverte un'elettricità sempre più crescente, tipica della primavera. Ma nell'aria sento di nuovo l'energia che mi attraversa e mi da forza. Avverto una grande sensazione che in un lontano aprile battezzai come "Reminiscenza"!
[Aprile 1989, ultimo anno delle superiori. Io avevo il gesso alla gamba destra che mi ero fratturato in modo scomposto prima di Natale, a causa di un incidente nella palestra della scuola. Giocavo a pallone e scivolando urtai contro un muro, il dolore fu immenso e fui portato in ospedale, dove trascorsi ben venti giorni, tra una fase di immobilizzazione e tiraggio della gamba ed una prognosi post operatoria. Si, perchè dovettero operarmi, fissando sia la tibia ed il pèrone con due staffe, vista la gravità della frattura. Ad aprile avevo un gesso che mi permetteva di camminare e così riuscii a non perdermi la bellissima gita a Monaco di Baviera in Germania.
Nell'aprile del 1989 avevo ormai imparato a convivere con il mio potere ed ero riuscito a consolidare l'energia che si faceva sempre più forte e controllabile. Ero riuscito a scatenare in me la grande energia semplicemente ascoltando un brano musicale o guardando una immagine del mio passato. In quell'epoca avevo quindi battezzato l'energia col nome di Reminiscenza. Durante l'inverno, poi, avevo costruito delle carte Zener per testare la mia facoltà di sensitivo con risultati sorprendenti. Tutto questo mi aveva dato fiducia in me stesso e mi ero lasciato alle spalle in brutti ricordi degli anni precedenti. Ma con i miei genitori le cose andavano sempre allo stesso modo, incomunicabilità e sospetto che gli stessi pensassero di me cose strane. Avevo la sensazione che mi considerassero diverso e questa situazione mi faceva continuamente ricadere nella solitudine. Ma io ne uscivo, invocando la Reminiscenza! La gita a Monaco di Baviera fu un'esperienza indimenticabile, passeggiate tra le vie della città, risate e scherzi con i miei compagni di classe, gite a sfondo educativo e cene in locali caratteristici del posto. L'Hotel dove alloggiavamo per noi aveva predisposto solo un trattamento di pernottamento e prima colazione, quindi sia per il pranzo che per la cena dovevamo recarci in locali sparsi per il quartiere. Una sera che ricordo con molto piacere e che avrei rievocato molte volte nel futuro, ci recammo in un locale con la musica dal vivo. Cenammo mangiando piatti tipici, zuppe e crauti con patate, birra alla spina, mentre sul piccolo palco si esibivano dei cantanti, anche loro mezzi brilli! Nel locale c'erano molte belle ragazze e provammo qualche timido aggancio, trascorrendo due orette in compagnia e condividendo un’allegria che quella sera aveva unito due paesi molto diversi tra loro. Gli altri giorni trascorsero tranquillamente e il pomeriggio prima della partenza per il ritorno a Roma, lo passammo ad acquistare souvenir per la famiglia e gli amici.
Le grandi musiche dei Pink Floyd segnarono quel momento della mia vita creando un canale spirituale che avrei in futuro utilizzato in qualsiasi momento. Una porta di accesso ad un luogo remoto del mio mondo ma vivo e conservato nella mia parte più profonda dello spirito.]
Patrizia e mia madre sono tornate ed io finisco di sistemare le ultime cose nel giardino e mentre ripongo gli attrezzi nella casetta, mi soffermo su un vecchio quaderno di appunti, pieno di fogli e bigliettini di auguri che da sempre scrivo a Patrizia. Nello scaffale dove ho preso il libro trovo una scatola nella quale ci sono delle foto di quando ero adolescente ed osservo una foto di mia nonna paterna. Si chiamava Antonia ed era una donna molto pragmatica, poco comunicativa ma allo stesso tempo buona ed ospitale. Suo marito, mio nonno, si chiamava Emilio ed era un uomo di una grande allegria e positività. Dopo la morte di Emilio,
avvenuta del 1994, mia nonna rimase da sola nella sua casa e ricordo che spesso la andavo a trovare per fargli compagnia. In quell'epoca era già scomparsa mia nonna materna ed Antonia era l'ultima figura femminile, oltre a mia madre che comunque mi aveva regalato affetto. Con i nonni paterni condivisi molti momenti belli e spesso durante le feste ci riunivamo per festeggiare il Natale e la Pasqua. Antonia cucinava molto bene e spesso in occasione delle feste si svegliava all'alba per preparare la pasta fatta in casa. A tavola non mancava mai nulla e sopratutto le quantità erano sempre molto generose. Anche con i nonni paterni ho creato dei luoghi nel mio mondo che, come oggi, ho rivissuto!
Aprile è stato anche il mese del viaggio a Medugorje che tutti e quattro abbiamo intrapreso per pregare e chiedere un aiuto spirituale che ci potesse sorreggere a sostenere la difficile situazione con Emanuele. Il viaggio a Medugorje era già stato programmato nel percorso spirituale della nostra famiglia che iniziò nel 1998 quando una notte di gennaio sognai la Madonna che mi diede il grande messaggio.
"Si ci sarà la pace, ma dobbiamo ancora affrontare una dura guerra nei Balcani"
Nel sogno ricordo che camminavo e ad un certo punto vidi un grande schermo dove veniva trasmesso qualche cosa, ma non ricordo bene cosa...ad un tratto guardo ancora più in alto e vedo una donna con un occhio in mezzo alla fronte e scendendo con lo sguardo vidi la Madonna con il bambino in braccio che pronunciava la frase sopra...dopo la frase nel sogno cominciai a piangere singhiozzando e mi sono inginocchiato ringraziandola...accanto a me si inginocchiò anche Patrizia e rialzandomi vedevo molte persone che pregavano. Ora analizziamo la frase...nel gennaio del 1998 ero fidanzato con Patrizia e non avevamo figli e quindi il messaggio mi risultò molto enigmatico. Non conoscevo e non avevo mai sentito parlare della Madonna di Medugorje...ero appena a conoscenza della Madonna di Lourdes. All'inizio pensai alla pace del mondo dopo una guerra nei Balcani. Ma io in quel periodo non ero angosciato per la pace nel mondo e nonostante ci fu poi la guerra nella vecchia Jugoslavia e quindi nella penisola Balcanica, il sogno rimase ancora enigmatico in quanto poi la pace non ci fu...ci sono ancora guerre! Passarono gli anni...ci sposammo, nacque Riccardo e dopo due anni Emanuele che fece piombare la nostra famiglia nello scompiglio più completo...all'inizio non accettavamo questa cosa e quindi nacque, dentro di noi, una vera e propria battaglia, guerra emotiva e quindi il contrario della pace! Ma veniamo a marzo del 2014...Patrizia mi chiama al lavoro e mi dice che aveva organizzato il viaggio a Medugorje per portare Emanuele dalla Madonna...un viaggio spirituale per tutta la famiglia. Due notti dopo mi svegliai nel cuore della notte
con la spiegazione della frase che ricevetti nel lontano 1998...e la spiegazione è stata questa: "Si avrete la pace interna, ma prima dobbiamo affrontare questa vostra guerra interiore nei Balcani"...è stata una folgorazione...la Madonna di Medugorje si trova nella penisola Balcanica...(dove ci sono i Balcani)...nel sogno aveva in braccio un bambino...chiaro riferimento ad Emanuele. Chiaro che la guerra non era riferita ad una guerra nel mondo...la Madonna e quindi Dio non possono affrontare una guerra...mi sembra logico...e quindi per guerra si riferiva a quella nostra interna, mia e di Patrizia e che lei ci avrebbe aiutato ad
affrontarla...nel sogno c'era anche Patrizia e quindi era riferito alla nostra situazione. Il ringraziamento nel sogno è per la pace che davvero ho ricevuto a Medugorje...la pace di accettare la situazione e questa prova. Come nel sogno, di fronte alla Madonna, in cima alla vetta, mi sono inginocchiato pregando ed accanto a
me si è inginocchiata anche Patrizia e naturalmente anche le tante persone accanto a noi! Ultimo riferimento...nel sogno avevo visto un grande schermo dove veniva trasmesso qualche cosa...ebbene vicino alla chiesa di San Giacomo vi è un grande schermo dove si può seguire la messa.
Questa è una profezia vivente, una chiara chiamata ad andare a Medugorje...una prova inconfutabile della potenza di Dio!
Maggio, i miei primi amori
Vive tra musiche di uccelli
La primavera è finalmente esplosa e la stagione maggio ne ha preso ormai il controllo. I pollini volano nell'aria e le api trasportano codici genetici da un fiore all'altro, anche nel mio orto si stanno aprendo i primi fiori di pomodoro che danno un tocco di giallo delicato e profumato. La stagione maggio è un walzer
di colori e profumi di fiori, tutto è così ben determinato all'evoluzione ed alla crescita di ortaggi, fiori ed alberi da frutto. In questa stagione tutto ha un significato preciso e nulla viene a caso, le temperature sono stabili e si avvertono delle forti vibrazioni che le piante sprigionano ed il vento trasporta! La dolce eredità della precedente stagione fa si che la mattina le temperature sono leggermente frizzanti che poi lentamente aumentano e se il cielo è limpido, gli uccelli con i loro canti disegnano un affresco che si stampa nell'anima di chi ammira il capolavoro!
Sono le ore 6 e 40 e sto uscendo per andare al lavoro, Patrizia sta aiutando a preparare le borse di scuola dei ragazzi, io prendo la bicicletta e dopo un ultima controllata all'orto parto per la stazione del treno che si trova a soli 400 metri. Lego la bicicletta, mi metto le cuffie per ascoltare la musica e mi avvio in direzione del binario 3. Un gattino mi taglia la strada correndo all'inseguimento di una lucertola e sulle scale due adolescenti innamorati si baciano, ma forse non sono adolescenti, avranno ventidue anni, più o meno l'età in cui mi sono innamorato per la prima volta. La dolce voce di Dolores mi fa fare un balzo indietro nel tempo, nel lontano maggio 1991.
[Maggio 1991, se da un punto di vista mentale e psichico ero forte, il potere mi aveva dato molta sicurezza, dal punto di vista emotivo ero ancora molto fragile. Nell'inverno precedente una breve ed intenza relazione di amore mi aveva all'inizio straziato emotivamente e poi fortificato. Frequentavo un corso di informatica
vicino casa ed avevo conosciuto una insegnante della mia età. Noi avevamo un professore uomo, ma il fato volle che dovette trasferirsi e da noi arrivò, la ragazza, Patrizia. Già dal primo giorno non riuscivamo a staccarci gli occhi di dosso, e nelle pause ci parlavamo. Un giorno prima di andare via dal corso, verso
le 13, mi chiese se nel pomeriggio volevo passare alla scuola per una lezione individuale, nel caso volessi approfondire un argomento di mio gradimento. Un appuntamento? Mi dava tutta l'aria di esserlo, accettai, lei era molto carina e forse ero più interessato a lei che all'argomento. Quando il pomeriggio ci incontrammo, dopo dieci minuti ci baciammo, come se una calamita ci avesse attirati l'uno verso l'altra. Un lungo bacio appassionato che molto probabilmente avrebbe avuto un seguito se nella scuola non ci fossero state altre persone. Poi dopo il bacio mi diede un fogliettino, mi aveva scritto una poesia, era davvero molto dolce ma negli occhi gli leggevo una profonda tristezza. I suoi occhi era bagnati di lacrime e ci abbracciammo, sentivo una forte attrazione verso di lei, quindi la invitai il sabato pomeriggio ad uscire. Passammo il pomeriggio a baciarci ad ogni angolo della strada e le chiesi se volesse cenare con me, in un ristorante. Ma lei mi disse che doveva tornare a casa a badare a suo fratello disabile. La settimana successiva, passò tra bigliettini che mi scriveva e baci dati di nascosto in stanze della scuola. Poi il sabato quando uscimmo, decise all'improvviso di rompere il rapporto, scoppiò in lacrime perchè non si sentiva pronta per un rapporto così stretto e d'altro canto neanche per una avventura. Era confusa, io cercai di starle vicino e di rassicurarla sulla mia completa disponibilità verso di lei e che aveva tutto il tempo che voleva. Le dissi quanto era importante per me, ma poi dopo due settimane tutto finì, lei si fece trasferire in un altra scuola ed io non la vidi più. I primi giorni ci stetti male anche se ci sentivamo telefonicamente. Lei diceva che forse era meglio così, per entrambi, o ferse per lei? Comunque la salutai per l'ultima volta singhiozzando ed in lacrime, ma lei era diventata fredda e cinica. Quella storia mi aveva fatto a pezzi il cuore, ma mi fortificò e verso maggio conobbi un'altra ragazza che sarebbe entrata nella mia vita.
Era un sabato pomeriggio e la giornata era davvero molto bella, un debole accenno di estate. Ero nel grande parco divertimenti nella zona EUR di Roma, con mio fratello e due nostri amici. Incontrammo due ragazze che già da un po ci seguivano e sorridevano. Una si chiamava Debora, l'altra Paola ed con loro avviammo una conversazione. Poi verso le 18 loro dovevano andar via e ci chiesero un passaggio con la macchina. Evidentemente suscitammo fiducia nelle due per prendersi quella libertà che io accettai e quindi ci ritrovammo in macchina. Lungo la strada verso la loro abitazione, erano nello stesso palazzo, lo sguardo di Debora incontrò molte volte il mio e quando arrivammo a destinazione le chiesi il numero di telefono. Lei me lo diede e ci salutammo, un ultimo sguardo di intesa, durante il quale ci dicemmo più cose che se avessimo fatto un discorso di mezz'ora. In settimana la chiamai e decidemmo di incontrarci il martedì pomeriggio. Il corso di informatica era terminato, io ero libero e Patrizia ormai era solo un lontano ricordo. Andai a prenderla a casa ed andammo a via del Corso. Gli ofrii un gelato e parlammo per tutto il pomeriggio, poi ci sedemmo sulla scalinata di piazza di spagna e gli ofrii una rosa rossa, acquistata da un venditore ambulante. Lei rimase colpita, io sapevo di aver fatto un gesto molto audace, ma Debora mi piaceva. Lei, tutto sommato, non mi parve molto imbarazzata e quando la riaccompagnai a casa, prima di scendere dalla macchina ci baciammo. Da quel preciso istante ci fidanzammo ed iniziò una storia d'amore. Lei si presentò come una ragazza dolce ed affettuosa, lavorava come ausiliaria in una clinica privata e quasi tutti i pomeriggi, passavo a prenderla quando usciva dal lavoro per passare con lei la fine del pomeriggio e la serata. La storia d'amore duro circa quattro mesi, passavamo molto tempo insieme, pomeriggi, sere, e due volte anche parte della notte. Insomma una storia completa, un rapporto vissuto in pieno, ma poi qualcosa si spezzò. Lei cambiò! Da dolce ed affettuosa, si trasformò in pragmatica ed arrogante. Spesso mi mancava di rispetto e le cose dovevano andare solo a modo suo. Quindi decisi di lasciarla, lei non parve molto disperata e mi salutò in maniera fredda e distaccata. Queste furono le mie uniche relazioni importanti prima di incontrare la mia futura moglie che sarebbe accaduto cinque anni più tardi. Due storie difficili ma comunque importanti per la mia crescita emotiva ed interpersonale.
Il rapporto in famiglia era ancora bloccato ed io non riuscivo più a confidarmi, sopratutto con mio padre, cercavo con lui di mantenere delle distanze e questo amplificava il distacco sia con lui che con il resto della famiglia.]
Ore 9, in ufficio il lavoro procede come sempre, la mia attività consiste nello sviluppo di programmi e la risoluzione di anomalie che si traducono nella manutenzione del software. Questa professione l'ho iniziata nel 2001 dopo un periodo di quattro anni, durante il quale ho lavorato in un supermercato come cassiere e
magazziniere. In passato, dall'età di 23 anni ho fatto vari lavori, ma quello del supermercato è stato il primo vero lavoro, con un contratto a norma di legge ed una buona retribuzione. Ho sempre avuto la passione dell'informatica e dopo vari corsi di approfondimenti ed aggiornamenti sono stato assunto nel 2001 da una società di informatica. Poi in seguito ho cambiato datore di lavoro per problemi logistici, in quanto, la società che mi assunse non poteva più garantire un lavoro nella mia città, così diedi le dimissioni e dal 2006 lavoro per un'altra azienda di informatica. La mia passione per l'informatica mi ha portato a studiare ed a tenermi sempre aggiornato dal punto di vista della programmazione e dell'analisi delle problematiche informatiche. Non sono un amante dei social network e non sono presente su nessuno di essi, ma frequento un forum di spiritualità che dal 2003 mi da molta forza. Appunto, come tutte le mattine mi collego al forum per vedere se ci sono nuovi messaggi, nuovi post e se ci sono nuovi utenti da attivare. In questo bellissimo spazio web mi sono, da subito, sentito a casa e gli utenti mi hanno aiutato molto a superare i momenti difficili che avevo in famiglia, riguardo alla difficile situazione con Emanuele. Ho avuto molte conferme e sopratutto ho trovato dei veri amici, anche se virtualmente. Ma nessuno ci vieta che magari ci si possa incontrare!
A maggio del 2011 ho iniziato il mio viaggio spirituale, una continua ricerca della verità seguendo la morale di Gesù Cristo! Da allora ho letto molti libri sulla spiritualità, la dottrina spiritica di Allan Kardec, per proseguire con Leon Denis, vari saggi sulla reincarnazione e sui viaggi astrali. Ma questo viaggio non finirà mai e sono solo all'inizio!
Giugno, la conferma di un amore solido ed il giorno del mio matrimonio
Vede frutti appesi ai ramoscelli
Oggi è sabato e mi godo una meravigliosa giornata che è iniziata con un celo limpido e senza nuvole, tipico della stagione giugno. In questa stagione i pollini che durante il mese di maggio sono stati trasportati dal vento, ora, hanno impollinato tante piante, ortaggi ed alberi da frutto. Le api, poi continuano a contribuire
all'impollinazione e durante le ore più fresche le vedo indaffarate ed operose tra le piante del mio orto. Le piante di pomodoro hanno iniziato a fare i primi frutti e si vedono dei piccoli pomodorini che circondano le piante in basso, mentre in alto si sono aperti altri fiori che daranno vita ad altrettanti pomodori. I ragazzi sono a casa, la mattinata proseguirà con le pulizie di casa, magari una sistematina alla casetta degli attrezzi e nel pomeriggio porteremo i ragazzi al parco. Faremo qualche tiro a pallone e ci godremo la merenda seduti su una delle tante panchine. Di solito io, Riccardo ed Emanuele andiamo al parco in macchina, mentre Patrizia ci raggiunge a piedi. Poi quando anche lei arriva al parco, faremo due chiacchiere e poi tutti e quattro insieme torneremo a casa per cena.
Ricordo con molto piacere un pomeriggio del 1996, quando con Patrizia, mi trovavo a villa Pamphili. Eravamo appena fidanzati e parlavamo dell'inizio del nostro futuro insieme...e a quanto pare non ci sbagliavamo!
[Giugno 1997, dopo 6 anni finalmente nella mia vita era entrato un nuovo amore. Patrizia, la mia futura moglie, conosciuta nel settembre del 1996 e con la quale mi ero fidanzato ufficialmente. A giugno del 1997 conoscevo bene tutta la sua famiglia e lei conosceva la mia e già avevamo intenzione di andare a convivere.
Quel pomeriggio, nel grande parco di Roma, abbiamo parlato a lungo e ci siamo legati molto spiritualmente e già ci sentivamo una coppia, avevamo la sensazione di stare insieme da sempre. Quindi nel 1998 abbiamo fatto il grande passo di andare a convivere. Abbiamo affittato un appartamento a metà strada dalle nostre
case, dove vivevamo con i rispettivi genitori. Quella fu un'esperienza importante che ci ha legati definitivamente, una prova da superare, i pochi soldi, le responsabilità di una giovane famiglia. In quell'epoca lavoravo come commesso al supermercato e lo stipendio ci bastava a fronteggiare tutte le uscite. Poi verso la fine del 1998, con l'aiuto dei nostri genitori ed un piccolo mutuo, abbiamo comprato un piccolo appartamento, vicino al precedente. Li abbiamo passato dei momenti davvero belli ed il pensiero di avere una casa nostra ci dava molta forza e stabilità!]
Ore 19, prima di cena mi dedico a dare l'acqua alle mie piante da orto, pomodori, peperoni e melanzane, necessitano di una regolare irrigazione ma non eccessiva. Come metodo di irrigazione ho preferito il canale di scorrimento in quanto le piante che ho scelto, necessitano di quel tipo di irrigazione. I ragazzi guardano
e spesso mi aiutano in questo simpatico compito che di solito richiede circa una mezz'oretta. Non è un grande orto, però basta a coprire i mesi di giugno, luglio ed agosto e a garantirci delle insalate fresche, con pomodori biologici e cresciuti in modo estremamente naturale.
La bellezza della stagione giugno sta nella semplicità e nella dolce attesa di un'estate prossima ad arrivare, le giornate sono lunghe e nelle case, negli uffici ed in alcuni negozi si iniziano a vedere dei ventilatori che rinfrescano l'aria sempre più calda.
La serata passa tranquillamente e verso le 23 andiamo a dormire, a giugno le scuole ormai sono terminate ed i ragazzi, anche dentro la settimana possono fare più tardi. Nella nostra camera da letto, la foto del nostro matrimonio mi fa tornare in mente quel giorno meraviglioso, era domenica 18 giugno 2000.
[Domenica 18 giugno 2000, sono le 16 e 30 ed io mi trovo davanti l'altare con mia madre in attesa della mia futura moglie, l'emozione è talmente tanta che non riesco nemmeno a parlare. Da due anni frequentavamo un cammino neocatecumenale e quindi la cerimonia era stata organizzata seguendo il rito dei neocatecumeni che si differenzia da quello strettamente cattolico. Ci sono più canti, le letture vengono annunciate da una breve descrizione ed alla fine della cerimonia c'è il ballo di gruppo. Quella del cammino neocatecumenale fu un'esperienza positiva, iniziata nel 1995 da Patrizia che poi io seguii nel 1999. Un'esperienza, però destinata a finire a seguito del nostro trasferimento a Ladispoli.
I parenti e gli amici iniziavano a riempire le panche, i fotografi iniziavano a sistemarsi per le riprese ed i testimoni erano già seduti e più emozionati di me. I miei testimoni erano mio fratello Gianluca e sua moglie Paola, mentre quelli di Patrizia, una coppia di nostri amici, Cristina e Claudio, entrambi fratelli di comunità!
"Vedo Patrizia entrare nella chiesa, è bellissima, Dio solo sa quanto sono emozionato! Camminava verso di me, accompagnata dal padre Leandro, mentre la madre Liliana, già piange seduta nella prima fila di panche. Ormai è ad un metro da me, i suoi occhi scintillano, gli occhi più belli del mondo, quelli che mi rapirono a settembre del 1996! Ci salutiamo e prendendoci per mano ci sediamo sulla nostra panca, con le spalle ai parenti ed amici e di fronte a Gesù che ci guarda felice e pronto a darci la sua benedizione!"
La cerimonia fu bellissima, corredata dall'emozionante ballo finale al quale parteciparono timidamente anche i miei genitori ed alcuni miei parenti e di Patrizia. Poi la pioggia di riso all'uscita dalla chiesa e la bellissima serata passata al ristorante vicino, strana coincidenza, la casa di Gianna ed Augusto. Loro due non erano presenti alla cerimonia, Augusto morì di infarto nel 1999, mentre Gianna tornò in Sardegna dai suoi parenti per non rimanere sola in una casa troppo grande per una persona non più giovane e troppo piena di ricordi…la casa!
Nel 2000 era ancora in vita l'unico nonno che mi era rimasto, Orlando, il padre di mia madre e questo mi rese molto felice perchè avere ancora un nonno che potesse vedermi sposato mi dava tanta gioia. Aveva 78 anni e tutto sommato ancora era in forma, ma non potevamo immaginare che da li a 2 anni, a causa di un
tumore, avrebbe lasciato la vita terrena per raggiungere la sua amata moglie, Palmira!
Dopo la cena tornammo a casa, la quale era piena di palloncini, piccolo scherzo dei nostri testimoni. Passammo due giorni ricchi di dolcezza e passione e poi il martedì partimmo per il viaggio di nozze, a San Menaio nel Gargano. Io e Patrizia abbiamo da sempre ricercato la semplicità ed abbiamo sempre condiviso il pensiero che non era il luogo che faceva la differenza nel viaggio di nozze, ma l'amore che ci legava. Infatti oltre ad aver passato una vacanza indimenticabile, abbiamo apprezzato il meraviglioso paesaggio della Puglia che no ha nulla da invidiare alle inflazionate e prestampate mete estere. Li, eravamo io e lei, e non
avrei voluto essere in nessun altro posto! Li ho amato una donna che ancora è al mio fianco, li ho creato un nuovo continente nel mio mondo, stavolta, però, condiviso con la donna della mia vita!]
Luglio, la triste notizia. Una bellissima vacanza!
Falcia la messe al solleone
Lunedì 11 luglio 2016, siamo in viaggio verso Vieste dove passeremo qualche giorno di vacanza al mare. Dopo 16 anni, io e Patrizia, ritorniamo nei bellissimi luoghi che ci hanno ospitati durante il viaggio di nozze. Il viaggio non si preannuncia eccessivamente lungo ed in 5 ora arriveremo a destinazione. La giornata è bella, fa molto caldo, ci sono più di 30 gradi che rispecchia in pieno la natura della stagione luglio che considero la regina dell'estate. Ho sempre avuto un rapporto intenso con luglio, un mese ideale per le vacanze, i luoghi di villeggiatura non sono ancora affollati, si viaggia bene e sia le temperature che le condizioni metereologiche rimangono stabili per quasi tutta la stagione.
Dopo esserci fermati a fare colazione in un autogrill, ripartiamo alla volta di Vieste, attraversiamo l'Abruzzo ed il Molise ed entrati in Puglia, il paesaggio si fa ancora più bello. Una forte energia mi attraversa per tutto il corpo, da dentro risale fino al cuore, dandomi un calore incredibile che mi elettrizza e mi fa sentire in pace con tutto il creato. La strada da fare è ancora tanta e dopo aver attraversato dei paesaggi quasi selvaggi, ci ritroviamo nei pressi di una enorme distesa di ulivi. Strade strette, insidiosi tornati, aprono lo sguardo su un belvedere da Eden. Un paesaggio si apre davanti a noi, paesi bianchi costruiti quasi sull'acqua. Vediamo in lontananza Peschici e dopo aver proseguito per altri 20 chilometri finalmente arriviamo a Vieste, dove abbiamo prenotato un hotel. Ci sistemiamo e ci prepariamo per il pranzo e nel pomeriggio già siamo in spiaggia, la famosa spiaggia di Pizzomunno, un luogo che traspira tranquillità e
semplicità. I pochi stabilimenti non rovinano lo spettacolo della natura ed un mare pulito e caldo ci coccola per l'intero pomeriggio!
La vacanza prosegue tranquilla, anche Emanuele sembra sereno e nonostante il cambiamento di luogo, sembra si sia ambientato ai ritmi della vacanza al mare. A volte si innervosisce e va in ansia, ma la promessa di un tuffo in acqua lo rende più allegro. Poi la sera, mangiamo in qualche ristorantino del luogo, apprezzando la cucina tipica pugliese e dopo una passeggiatina, intorno alle 22 ritorniamo in hotel per la notte.
Luglio, da sempre mi ha regalato delle forti emozioni, il mio spirito e la mia emotività sono alti, anche quando sono al lavoro ed una intensa energia mi investe e mi trascende. Se la stagione dicembre porta con se lo spirito del Natale, luglio porta con se un'intensa carica spirituale. Sono due stagioni faro, la prima, dicembre, mi prepara all'introspezione, alla crescita ed al risveglio spirituale, la seconda, luglio, risplende il suo sole sull'intero mio mondo. Solo un luglio ricordo con un po di dispiacere, che poi si rivelò una prova che avrebbe stretto ancora di più il legame tra me e Patrizia.
[Luglio 2001, dopo più di un anno che provavamo a mettere in pratica il desiderio di un figlio, ci arrivò una notizia molto triste. Sia io che Patrizia, facemmo degli accertamenti per verificare che tutto fosse regolare. Dalle mie analisi risultò, come disse il ginecologo a Patrizia, che io ero quasi sterile e le probabilità di avere figli erano scarse. Per noi fu un duro colpo, ma con l'aiuto dei genitori di Patrizia cercammo di non avvilirci troppo e cercammo di approfondire di più la questione. Dopo giorni di tensione e di smarrimento io mi recai dal mio medico di base per un controllo alla gola. Lui era un medico di larghe vedute e spesso intratteneva i pazienti in dialoghi quasi esistenziali. E proprio quel giorno mi trovai da lui, e proprio in quella circostanza mi chiese se già avevamo avuto dei figli. Ma la sua fu una domanda discreta e non indagativa, però fu una lama di rasoio che squarciò un velo di tensione. Dopo aver raccontato a lui la storia e quello che ci disse il ginecologo, il medico esordì dicendo...
"No, non è possibile, io penso che certi medici andrebbero interdetti dal loro lavoro..."
Il dialogo proseguì per un po, fino a che il medico mi disse...
"Ascolta, perchè non ti fai una ecografia per vedere se per caso hai un varicocele? Sai è una cosa molto frequente e potrebbe inibire gli spermatozoi e dare una falsa indicazione circa la fertilità maschile".
Io lo ascoltai e dopo due giorni feci l'ecografia. L'intuizione del medico era risultata esatta, avevo un varicocele al testicolo sinistro, quello più importante che da la forza agli spermatozoi. Quindi in autunno mi operai ed a dicembre del 2001, Patrizia rimase incinta di Riccardo, il nostro primogenito. Concepito il giorno 8 dicembre, il giorno della Madonna! La potenza di Dio era iniziata a luglio per darci una grande prova della sua presenza, la nostra fede che sempre rimase attiva, non ci tradì e la risposta di Dio fu quasi immediata! Così la nostra famiglia sarebbe cresciuta ed a fine agosto del 2002 nacque Riccardo, mentre Emanuele quasi due anni dopo, a giugno del 2004.]
Giovedì 14 luglio 2016, la vacanza a Vieste è terminata e prima di tornare a Roma facciamo un salto a San Giovanni Rotondo da Padre Pio. Per arrivare al santuario dobbiamo attraversare una piccola foresta, alberi, altissimi, animali vaganti e ciclisti esperti ne fanno da contorno. Ogni tanto ci sono dei tavoli per il picnic,
ma ancora vuoti vista l'ora. Sono le 8 ed anche gli uccelli ancora sembrano sonnecchiare ed in preda a pigrizia per il grande caldo. Nonostante sia un periodo di vacanze, a San Giovanni Rotondo c'è pochissima gente, ci aspettavamo una grande folla di persone, invece riusciamo a percorrere tutti gli itinerari, compresa la cripta dove è posto il corpo di Padre Pio, in completa tranquillità. Addirittura assistiamo ad messa celebrata da un sacerdote di colore per non più di 50 persone, noi quattro compresi. Verso le 12 ci avviamo verso una trattoria per il pranzo e poi ci avviamo verso casa.
Prima di tornare a Roma, Patrizia vorrebbe andare a trovare il papà al cimitero di Massa, in provincia di L'Aquila, dove vive la sorella Emanuela con in suoi due figli, ormai ventenni, Virginia e Leonardo. Leando ci ha lasciati lo scorso anno, mentre la mamma, Liliana, nel dicembre del 2009. I genitori di Patrizia erano delle persone impagabili, di buoni princìpi morali e molto generosi. La loro scomparsa ha scosso molto anche me.
Felici di incontrarci ci ospitano per due giorni e la domenica mattina ripartiamo definitivamente alla volta di Ladispoli. E' stata una bellissima vacanza, ricca di avvenimenti e di condivisioni, io ho ancora una settimana di ferie prima di ritornare a lavoro. Le piante mi attendono, e nonostante le abbia lasciate per una settimana, le ho ritrovate in ottimo stato, nessun segno di sofferenza, anzi, abbiamo trovato una quantità incredibile di pomodori, melanzane e peperoni, pronti per essere raccolti.
Il Lavoro è ricominciato ed io mi trovo sul treno, sono le ore 7 e mi riviene in mente il sogno fatto questa notte. Ho di nuovo sognato Nibiru, questa volta però aveva l'aspetto del nostro pianeta, come se lo stessi guardando allo specchio, ormai sento che il suo arrivo è imminente! Molte civiltà hanno parlato di questo pianeta, sopratutto gli indiani Hopy, ma loro lo hanno chiamato in un altro modo, Blu Kachina! La civiltà pellerossa, ha profetizzato il suo arrivo, e bensì molti credono sia un evento catastrofico, loro parlano di una rinascita spirituale. Porterà un cambiamento per tutta la civiltà umana, o almeno per chi sceglie di migliorarsi e di perfezionarsi! Nel treno non ci sono molte persone, il primo esodo ha decimato i pendolari ed io mi godo la tranquillità ascoltando Dolores, la canzone "Ordinary Day", mi libera momentaneamente dai legami con la realtà e mi trasporta in luoghi bellissimi del mio mondo.
Agosto, la terribile profezia!
Ansando al sacco la ripone
La città è veramente deserta, le strade sono libere dal traffico e mentre sono nell'autobus mi investe di nuovo l'energia. Una sensazione bellissima che mi riporta indietro di moltissimi anni, quando avevo 10/11 anni e ad agosto andavamo nel terreno di mio zio Ezio, marito di mia zia Eleonora, sorella di mio padre. Di solito passavamo la domenica in compagna della sua famiglia, insieme ai miei nonni paterni e alla seconda sorella di mio padre, Rosa. Erano delle giornate bellissime, tipiche della stagione agosto, calde, afose, cieli sereni, a volte disturbati da veloci temporali. Mio zio aveva un grande orto, ed io lo aiutavo nei lavori di orticoltura o semplicemente guardavo curioso. Erano delle giornate indimenticabili che oggi mi sono tornate in mente, creando in me un uragano di sensazioni, belle, forti passioni infantili ed adolescenziali che tornato prepotentemente e mi sincronizzano con l'intero universo!
Ormai sono in grado di controllare l'energia e posso gestirla come voglio, come si trattasse di una droga. Posso guardare una foto della Lapponia e ripercorrere, scene di una vita precedente, probabilmente vissuta in quei luoghi. Posso ascoltare una canzone o una musica che mi ricorda degli eventi della mia infanzia e riviverli come stessi li, in quel momento. Si tratta di un grande potere che però ora chiamo dono, il dono di rivivere eventi passati, di provare le emozioni di quel tempo, di emozionarmi come quel tempo, ridere e piangere! Oltre a questo dono, ho ormai imparato a convivere con la mia facoltà di prevedere eventi futuri. Uno in particolare mi tolse ogni dubbio circa la mia capacità di vedere oltre il futuro, una notte, ad agosto del 2001, feci un sogno, una profezia...la terribile profezia!
[Agosto 2001, quella mattina mi svegliai angosciato, un sogno tremendo, terribile che mi lasciò i segni per due interi giorni. Mi chiedevo se si trattasse solo di un incubo o di un evento futuro che si sarebbe verificato da li a pochi mesi o anni. La mattina non lo raccontai subito a Patrizia, aspettai il pomeriggio, mentre la accompagnavo dal parrucchiere. Questo fu il sogno...
"Ricordo che passeggiavo per le vie della mia città con un mio collega di lavoro (allora lavoravo ancora nel supermercato), il quale mi disse di guardare il cielo. Alzai gli occhi e vidi una nuvola nera avanzare verso di noi che ad un tratto si trasformò nella faccia del diavolo, (immaginate la raffigurazione più brutta che si possa dare al diavolo). Dalla sua bocca uscirono due saette di fuoco che si trasformarono in due aerei. Questi due aerei si schiantarono contro due grattacieli, distruggendone la parte superiore ed incendiandoli. Usciva fuoco dalla cima dei due grattacieli e delle persone si buttarono di sotto (credo per salvarsi, era quello che provavo nel sogno). Tanta gente, dopo, si lamentava e piangeva"
Patrizia rimase molto colpita ed anche lei cercava una spiegazione plausibile che escludesse una previsione futura. La gente che cadeva, o si buttava, dai grattacieli mi angosciava, li vedevo gettarsi di sotto per sfuggire alle fiamme. Poi uno dei due grattacieli implose e nell'altro le fiamme continuavano a corroderlo!
Dopo appena un mese, quell'evento sognato accadde veramente. Era l'11 settembre 2001, quel pomeriggio piansi come non mai, stetti male per tutto il giorno, era come se fosse accaduto a me!
Quando Patrizia, quel pomeriggio, intorno alle 15 e 30 mi chiamò, ero in ufficio, in BNL. Avevo già iniziato a lavorare come analista programmatore e la BNL era il primo cliente. Un ottimo cliente, sia dal punto di vista professionale che umano, la mensa era ottima e la gente molto socievole e ricca di funzionari buontemponi.
Insomma un ambiente allegro e disteso.
Mi collegai ad un sito di notizie e davanti a me si aprì uno scenario che fece divampare la disperazione sul mio volto, disperazione per non essere stato in grado di poter far nulla, pur sapendo quello che era accaduto. Ma, poi con razionalità, capii che nessuno avrebbe potuto far nulla per fermare una simile sciagura. Quel giorno mi chiesi anche che senso aveva possedere un dono così potente, solo per guardare gli eventi accadere davanti a me, senza poter muovere un dito, senza poter replicare ed essere come uno spettatore che guarda un film già visto, un film drammatico! Forse un giorno avrei capito che tutto questo faceva parte del mio Karma. Mi ci sarebbero voluto ancora 12 anni per arrivare a simili conclusioni!]
La stagione agosto è per antonomasia il mese della siesta e del riposo, il grande caldo, il solleone, prepotentemente ne prendono il controllo. Anche nel mio orto sono poche le attività da effettuare, eccezion fatta per il raccolto e l'irrigazione che in questo periodo deve essere costante ed abbondante. Le giornate sono ancora lunghe e di solito il sabato sera, dopo cena, andiamo in centro per una passeggiata, accompagnata da un gelato da passeggio! Da noi, a Ladispoli, ci sono spesso molte iniziative di spettacoli, bancarelle e tante persone che da Roma, visitano la nostra cittadina per trovare un po di refrigerio. Tante famiglie, tanti bimbi e tante storie che si intrecciano lungo la via principale, dove mimi e clown, si trovano ad ogni angolo per offrire divertimento ai bimbini più piccoli!
L'estate lentamente volge al termine e quest'anno è stata davvero molto bella, luglio ed agosto hanno rispettato pienamente i canoni di una periodo nel quale il sole e l'alta pressione ne devono fare da padroni! La mia felicità più grande è quella di aver passato un bellissimo periodo con la mia famiglia e quest'anno
abbiamo respirato più serenità, forse ha contribuito la vacanza a Vieste, il breve pellegrinaggio da Padre Pio e tante bellissime condivisioni che hanno colorato una stagione già ricca di sfumature!
Settembre, l'inizio della crescita spirituale
I dolci grappoli rubina
Settembre, per me è una stagione molto speciale, primo perchè ogni anno, in questo mese festeggio il mio compleanno, secondo perchè è proprio a settembre 2011 che ho iniziato il mio viaggio spirituale.
Come tutti i bambini della mia famiglia, ho conosciuto la religione cattolica, frequentando la chiesa, ricevendo il battesimo, la prima comunione e la cresima. Già da bambino, però, mi ponevo quesiti esistenziali, come la vita dopo la morte, cosa sarebbe accaduto dopo la morte, l'esistenza del mondo invisibile, fantasmi, spiriti e se veramente esisteva un luogo tanto brutto, l'inferno. Da sempre ho avuto la sensazione che certi argomenti, come la visione dell'aldilà definita e descritta dalla chiesa, fosse inventata e descritta in quel modo per assoggettare adepti ed infondere paura a scopo di sottomissione e controllo. Sono sempre stato, da questo punto di vista, molto ribelle e non mi piaceva molto credere a tutto quello che mi si diceva. Ho sempre avuto il dono di ragionare con la mia testa e discernere gli eventi e sopratutto ho sempre pensato ci fosse un potere occulto che ci teneva assoggettati alla sua volontà. Questa mia filosofia, spesso mi ha recato problemi con le persone che mi circondavano, ma in fondo sapevo di aver ragione. Io da sempre, ed anche ora, mi sento libero, libero di pensare ciò che mi fa stare bene! Se da bambino e da adolescente sofrii molto per questa mia mentalità, in futuro ed oggi, mi sento forte di questa mia capacità di analizzare gli eventi mondiali e personali. Nel 2011 iniziai a leggere vari libri sulla reincarnazione, spiritismo, vita dopo la morte ed iniziai a farmi un'idea diversa, ma sopratutto assimilai
quello che leggevo e lo facevo mio. Ma non si è trattato di una auto suggestione, bensì di una rielaborazione di un pensiero filosofico, molto probabilmente già conosciuto in altre vite passate. Un riallineamento spirituale, una sincronizzazione con le esperienze di vite passate. Tutta questa ricerca e studio, ora mi hanno fatto approdare alla dottrina spiritica, ma si tratta solo di una tappa. come un pellegrino che si ferma a pernottare in una bellissima città, prima di ripartire il giorno dopo verso nuove mete! A distanza di 6 anni posso dire di essere cresciuto molto, di aver acquisito una spiritualità che mi ha fatto superare il problema di mio figlio Emanuele, riuscendo ad accettare il mio Karma. E' stato un duro lavoro che ha messo in crisi tante delle mie conoscenze, ma la nuova visione del mondo, ora, come già detto, mi rende libero e sopratutto mi fa stare bene. Questa mia mentalità a volte mi espone a temi scioccanti ed occultati, mi espone a continue critiche, ma come mi dico sempre e non si tratta di un luogo comune..."meglio una brutta verità che una bella bugia"!
Questa crescita spirituale mi ha aiutato a rivedere i rapporti con i miei genitori che sono migliorati, dopo la riappacificazione, sono migliorato io. Quando non si sta bene dentro, si è portati a vedere negli altri il nostro riflesso. Ora che sto bene dentro, le persone, possono anche criticarmi per la mia visione della vita, ma vedono una persona vera e cristallina. Il diamante che ho dentro di me, lentamente si sta ripulendo, ci vorrà ancora molto tempo, ma non è detto che la crescita spirituale che ho intrapreso, debba concludersi in questa vita ed in questo mondo!
La stagione settembre è bella, pulita e sopratutto un ponte verso l'autunno, dove piacevolmente si transita e ci si sofferma a guardare indietro l'estate che sta terminando ed avanti ottobre che fa capolino. La natura ancora è vigorosa con il caldo, ma si prepara per il letargo dell'autunno e dell'inverno. Le giornate sono ancora lunghe e la sera fa ancora caldo, le stelle sono limpide e luminose. In questa stagione provvedo a togliere gli ortaggi ed a preparare il terreno per la prossima primavera. Tutto nell'universo è circolare ed i cicli si concludono come un cerchio che si chiude, tutto è determinato e ben fatto, soprattutto nel mio mondo.
Domenica 4 settembre 2016, oggi è il mio compleanno e lo festeggio con Patrizia, Riccardo ed Emanuele, ci troviamo nel nostro ristorantino a Ladispoli, sul mare. E' sera e dalla vetrata del locale ammiriamo uno spettacolare tramonto, il sole scende velocemente oltre l'orizzonte colorando il cielo con spettacolari
sfumature di colori che ricordano la stagione ottobre. L'energia nuovamente mi cattura e ricordi bellissimi inebriano la mia mente ed il mio cuore. Questa sera con la mia famiglia sto scrivendo un nuovo capitolo nel mio mondo, una nuova isola che rivivrò quando vorrò! Questa sera è tutto perfetto, anche Emanuele sembra diverso, allegro, Patrizia distesa e serena, Riccardo già proiettato, tranquillamente, verso l'adolescenza.
Questa è la storia della mia vita, una vita vissuta in linea, spero, con il mio piano vitale. Ho avuto bellissime esperienze che mi hanno fatto apprezzare la bellezza del grande disegno universale, mai casuale. Esperienze brutte che mi hanno aiutato a crescere moralmente e spiritualmente. Le persone che hanno
camminato con me ed ancora lo fanno sono e rimarranno importanti, perchè tutto nell'universo ha un senso, anche la sofferenza lo ha! Questa è la storia fino ad oggi, ma le esperienze saranno ancora tante, le strade infinite, il mio mondo ancora da completare e colorare, la dove il sole ancora arriva timidamente!